Voto: 6
Provengono da Roma questi ragazzi…
…eppure, se non lo sapessi, direi Seattle.
Potrà suonare esagerato, ma se provaste ad ascoltare questo “Along The Way Inside“, si potrebbe tranquillamente sostenere che i Thin Wire Unlaced siano stretti parenti di Pearl Jam, Alice In Chains, Tool.
Un Ep composto da quattro brani, tutti dotati di un discreto fascino, figlio di quelle sonorità che negli anni ’90 sconvolsero l’industria musicale cambiandone la faccia, i modi di vestire, di pensare, di esistere. La band si muove su territori fatti di chitarre corpose, dissonanze, vigore sputato durante l’esecuzione dei brani. Registrato in presa diretta, probabilmente una scelta dovuta dal fatto che i musicisti volessero catturare l’essenza nuda e cruda della loro proposta. Un feeling compositivo che viene sviscerato e buttato sul tavolo durante la riproduzione di questo lavoro. E allora ben venga un opener come “Watch It“, suadente nella strofa ed aperta e coinvolgente nel ritornello. “Resurrection” potrebbe stare benissimo su un album dei PJ, con la sua verve nervosa e ricca di groove. Il Frontman Steph sembra essere il parente stretto di Eddie Vedder. Molto interessante l’intermezzo semi-psichedelico alla Tool/Perfect Circle, con un giro di basso ipnotico e le chitarre di Dirty Frank a sconvolgerti il cervello.
“Crushing In My Head“: confermo quanto detto sopra. Un arpeggio che richiama gli Alice In Chains ma con Eddie…ops, scusatemi, Steph a recitare le lyrics con tono sofferto e sentito.
La conclusione spetta a “Along The Way Inside“. Un episodio che in fatto di suoni ed arrangiamenti mi ha portato alla mente la celebre “Planet Caravan” dei Black Sabbath. Per quasi tutta la durata del brano siamo condotti verso un viaggio oscuro, quasi mistico…non si può dire della stessa cosa del finale. All’urlo di “WAKE UP!” e con una botta energica inflitta alle nostre orecchie, sembra quasi che la band voglia scuoterti, farti saltare dopo essere stato in trance durante la prima parte della canzone. Una nota di merito alla sezione ritmica composta da The Cuttlefish (drums) e Tripp (bass) che risulta essere ben coesa su tutte le canzoni.
Siamo alla fine…..di già?
Eh si. Purtroppo il cd è finito. Peccato. Perchè i pezzi non sono male, ben suonati, ottimamente prodotti. Non nego che mi sarebbe piaciuto ascoltare altra musica per capire se i TWU potessero presentare creazioni più originali e ardite, visto che le influenze sopraccitate sono piuttosto pesanti. La cosa non fa schifo, ma nel calderone che c’è la fuori ed evitare di risultare “banali”, bisognerebbe tentare qualcosa di più personale. Dopo quattro canzoni, buone ma che stentano un pò a decollare, ti aspetti che poi si accenda la luce, si esploda. Per questo motivo avrei voluto più canzoni. Mi è rimasto dell’amaro in bocca perchè sarei stato curioso di vedere cosa avrebbero potuto sfornare i Nostri.
Sono sicuro che in futuro sapranno evolvere la propria proposta. Promossi….ma attenderò il loro prossimo lavoro e magari venire sconvolto da un killer album.
Daniele Orlandi
TrackList
1. Watch It
2. Resurrection
3. Crushing My Head
4. Along The Way Inside
- Anno: 2012
- Etichetta: Autoprodotto
- Genere: Alternative Rock
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