Come annunciato a chiosa della recensione di Opus Primum, ecco il secondo capitolo di Oro, concept album targato Ufomammut. Opus Alter riprende i dettami stilistici del suo predecessore uscito in primavera, ma allo stesso se ne distacca, e non è un caso che la traduzione italiana del titolo sia Opera Altra, a sottolineare le differenze che intercorrono tra i due lavori.
Il disco, abbastanza breve per gli standard dei nostri, si apre con “Oroborus“, monolite doom/space/psych/noise tutto strumentale che non aggiunge né toglie nulla a quanto ci hanno abituati ad ascoltare i tre piemontesi in questi anni. Nella seguente “Luxon” si fondono riff saturi e deflagranti, percussioni inesorabilmente marziali, effetti stranianti, sempre curati dal fido Lorenzo Stecconi, e urla disumane in sottofondo, per un brano in cui gli Ufomammut rivaleggiano a pieno titolo con pachidermi del calibro di Melvins ed Electric Wizard in fatto di pesantezza estrema. Un certa sorpresa sopraggiunge con “Sulphurdew“, dove si affaccia una componente groovy e “orecchiabile” – le virgolette sono d’obbligo – piuttosto insolita per gli UM, fino ad arrivare a un finale che cita il tema portante di “Aureum“, una delle composizioni-manifesto di Opus Primum. Dopo una lunga introduzione effettata, “Sublime” inizia a macinare riff mastodontici ma allo stesso tempo striscianti, con un ottimo lavoro della sezione ritmica, che trascina in un gorgo melmoso eppure dotato di “immediatezza” (virgolette bis), portato avanti nella conclusiva “Deityrant“, pastiche a base di stoner, sludge e noise rock in cui i riff di Poia si fanno vieppiù infernali e il segmento di coda, alla maniera di “Empireum” in Opus Primum, potrebbe fungere da colonna sonora di un mini film horror a basso costo.
Pur confermando il giudizio di assoluta eccellenza nei confronti di Oro nella sua interezza, sono alquanto curioso di assistere alla direzione che prenderà in futuro lo stile degli Ufomammut, che, ora come ora, appare quanto mai consolidato ma, nel contempo, ha forse bisogno di qualche ritocco, in un processo di update/upgrade, per dirla con termini informatici, a mio avviso necessario onde evitare rischi di stagnazione, ripetizione e prevedibilità. Sono certo che il trio di Tortona saprà vincere questa sfida e, per fare ciò, ritengo che Opus Alter, con le sue aperture a una finora inedita “accessibilità” (virgolette tris), rappresenti un’ottima base di partenza.
Costantino Andruzzi
TrackList
1. Oroborus
2. Luxon
3. Sulphurdew
4. Sublime
5. Deityrant
- Anno: 2012
- Etichetta: Neurot Recordings & Supernatural Cat
- Genere: Stoner/Doom Metal
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