Voto: 7.5

Notevole dimostrazione di maturità da parte dei bresciani Tragodia, tornati alla prova sulla lunga distanza con “Theomachy”, un come back di alto livello che prende le distanze in maniera piuttosto netta dalla passata produzione della band, che in questa sede abbandona (o quantomeno relega decisamente in secondo piano) le sonorità prettamente gothic degli esordi in favore di un sound compatto, che strizza l’occhio alle ultime produzioni di artisti quali Widescreen Mode, Lacuna Coil e, soprattutto, Jorn Lande, dal quale i nostri sembrano ereditare molto sia dal punto di vista compositivo che tecnico, in particolare per ciò che concerne il lavoro dei due chitarristi, ottimi sia in fase ritmica che solista.

Di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia dai tempi di “Dramas in splendent realms”, primo demotape del gruppo (era il 1998); addirittura sembrano trascorsi anni luce dal precedente full lenght “The promethean legacy” (targato 2007), tante sono le differenze ed i miglioramenti riscontrabili nel nuovo lavoro, in primis l’abbandono dell’uso della doppia voce maschile/femminile, soluzione alquanto inflazionata, in favore di un’unica voce solista, con il nuovo singer Luca che alterna in maniera convincente parti ruvide ad altre pulite e melodiche (lo preferisco decisamente nel primo caso, ma si tratta solo di una questione di gusto personale).

Oltre alla buona prova dei chitarristi, da rimarcare la prestazione della sezione ritmica, con un basso ben presente e d’impatto (senza essere invadente, come purtroppo a volte capita di sentire) ed ottime partiture di batteria, mai scontate ed in grado di fornire la giusta dinamica ad ogni brano. Anche gli arrangiamenti sono di pregevole fattura e contribuiscono ad aumentare il valore complessivo dell’intero lavoro (da citare, tra l’altro, la presenza di un quartetto di archi ed il cameo di P.D. Schunke dei Van Canto in “The eve of the end”). Tra gli aspetti positivi è doveroso segnalare anche una produzione all’altezza, frutto anche dell’operazione di mastering svolta negli arcinoti Finnvox Studios di Helsinki.

Il livello generale dei vari brani è decisamente buono, tanto da rendere difficile stilare una classifica di gradimento; personalmente la mia preferenza va a “Tentacles”“Mother wisdom, father war” e “Barbarian pride”, l’unico pezzo veramente tirato del CD.

L’unico appunto che penso di dover fare ai ragazzi è quello di non aver saputo creare un brano che si elevi dalla media (che, ripeto, è comunque notevole), una potenziale hit con le caratteristiche del singolo che funga da biglietto da visita per la band, ma credo che in un futuro prossimo questa lacuna possa essere colmata; del resto ogni grande gruppo ha il suo pezzo “storico”, ed i Tragodia al momento magari non saranno ancora grandi, ma certamente hanno intrapreso la strada giusta per diventarlo.
Bravi, ottimo lavoro!

 

Andrea B.

 

TrackList

  1. The Siege
  2. Tentacles
  3. The Eve of the End
  4. The Stones of Uruk
  5. Mother Wisdom, Father War
  6. Iceberg
  7. Once We Were Titans
  8. The Fields of Yore
  9. By the Gates of Oblivion
  10. Barbarian Pride

 

  • Anno: 2012
  • Etichetta: My Graveyard Productions
  • Genere: Progressive Metal

 

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