Voto: 7
Che siano talentuosi è fuori di ogni dubbio. Per rendersene conto basta dare uno sguardo al loro ricchissimo curriculum: nati nel 2004, ma assestati a livello di line up solo nel 2009, negli anni successivi i sardi Souls Of Diotima raggiungono infatti notevoli traguardi: numerosi primi posti in diversi contest, una puntata di Sala Prove sulla rete nazionale Rock Tv, nonchè il loro primo album, “Maitri”, che ottiene diversi riscontri positivi da pubblico e critica. Tutto ciò grazie al loro symphonic power deciso e diretto, con marcate incursioni prog di notevole livello, soprattutto per ciò che riguarda il lavoro di batteria e chitarre.
Eppure, nonostante queste premesse e dopo innumerevoli ascolti, pur rendendomi conto delle qualità messe in campo dal combo di artisti sardi, devo ammettere che proprio non sono riuscita ad entrare in sintonia con “What Remains Of The Day”, secondo album dei Souls Of Diotima. In mezzo a tanta profusione di virtuosismi, a mio parere infatti manca decisamente qualcosa, quel qualcosa che riesce a trasmettere passione e coinvolgere nell’ascolto in maniera empatica. Le 11 track di questo album scorrono invece in maniera piuttosto fredda e distante, troppo monotone e omogenee.
Anche l’interpretazione della bravissima cantante, Claudia Barsi, lascia un po’ l’amaro in bocca: la sua seppur splendida voce risulta spesso incolore, sovente in secondo piano rispetto alle melodie mordenti del gruppo. Ed è un vero peccato, considerato l’alto livello musicale e compositivo del combo sardo.
Tra le varie track alcune spiccano in maniera positiva: come “Von Braun”, brano in cui i Souls Of Diotima assecondano maggiormente la loro anima prog, lasciando più respiro alle tastiere e deliziandoci con virtuosismi di alto livello. Ancora più affascinante è poi la versione in italiano inserita come bonus track. “Sandy’s Flight”, power ballad abbastanza canonica, offre però la possibilità alla cantante di mostrare tutta la potenza e la poesia della sua voce, in un brano forse più incline alle sue corde. “Rising Soul” colpisce per il ritmo incalzante, il refrain coinvolgente e le strofe in italiano a sottolineare l’essenza del brano. Ben strutturata e riuscitissima è anche la title track, in cui i Souls Of Diotima danno veramente il meglio di se, in un brano potente (grazie soprattutto alla scelta azzeccatissima del growl per alcuni passaggi), complesso ma mai monotono.
Gli altri brani scorrono come già detto senza lasciare particolare traccia di sé: tutti tecnicamente di alto livello, riescono però a coivolgermi solo in alcuni passaggi. Da qui il voto non altissimo che mi sento di attribuire a questa band: un album che per le capacità tecniche messe in campo meriterebbe ben altro giudizio, penalizzato invece dalla mancanza di passione e colore che tramette nel complesso. La mia è un’opinione personalissima e controcorrente: equivale a dire che non a tutti piacciono le ostriche… Ciò non toglie che “What Remains Of The Day” possa invece conquistare altri. Come già detto, il valore artistico del combo è infatti indiscutibile e se siete amanti del genere non potete non dare un ascolto ai Souls Of Diotima, vi garantirete quantomeno un’oretta di buon metal.
Luy C.
TrackList
1. Intro
2. Pandora
3. The Battle Of Marduk and Tiamat
4. Von Braun
5. Children Of The King
6. Sandy’s Flight
7. Rising Soul
8. What Remains Of The Day
9. Endless sky
10. Secular Comesy
11. Von Braun (bonus track)
- Anno: 2012
- Etichetta: Revalve Records
- Genere: Symphonic Metal
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