Voto: 7

Torna l’appuntamento ormai biennale con il nuovo lavoro di Pino Scotto. Sorvolo sulle ormai inutili note riguardanti il personaggio che ormai sono stantie come chi continua a polemizzare su di lui e mi immergo immediatamente in questo “Codici Kappaò” che vede come allegato un secondo cd live dal titolo “Live.. Rock for Berlize” che appunto riguarda il progetto che Pino ha con la dottoressa Caterina Vetro a favore dei bambini del Belize dal nome “Rainbow for Belize” a dimostrazione che il nostro cantante non fa solo chiacchiere come vorrebbero i suoi critici.

L’album parte lancia in resta con “Signora del Vodoo” che non le manda a dire, e si comincia quindi con i soliti testi al vetriolo che sono lo “Scotto da pagare”, per chiunque abbia a che fare con il cantante di Monte di Procida. La musica è un onesto rock’n’roll lontano ormai dai fasti metal dei tempi andati con Vanadium e Fire Trails. Il Pino Scotto del 2012 è lontano anni luce da quel genere musicale, il suo è rock’n’roll venato di blues, e dimostrazione ne è la cover di “Meno Male che Adesso non c’è Nerone” cantata e riproposta alla grande insieme all’amico Edoardo Bennato (a mio avviso uno dei più grandi cantautori rock/blues italiani di sempre), versione interessante e più rock’nrolleggiante dell’originale. Testo sempre di estrema attualità a evidenziare il fatto che il Bennato anni 70 era avanti a tutti, o più semplicemente che la società italiana è messa sempre peggio.

Arriviamo alla title track aperta da un bel tappeto di tastiere che sfociano in un ritmo molto graffiante che trascina in attimi speed a sostenere il testo mai banale, uno degli episodi migliori dell’album, buona anche la parte chitarristica.

Prettamente bluesy invece la bella ballata “Festa & Croce” nella quale Pino è affiancato dalla bravissima Aida Cooper (artista a tutto tondo che non ha mai avuto il successo che meriterebbe), testo tra i migliori mai scritti dal vecchio guru, momenti di riflessione e voglia di lottare sempre e comunque.

Si torna invece su ritmi più solleciti con “MayDay” episodio forse sottotono rispetto agli altri che potrebbe mostrare un certo affannamento nella parte compositiva, se poi invece la vogliamo mettere sul piano divertimento per scatenarsi sotto palco, allora nessun problema ci siamo e andiamo avanti.

Ecco se devo muovere delle critiche a questo “Codici Kappaò” potrebbe essere questa: la voglia di comporre di stupire non manca certamente, ma non è sempre facilissimo tirare fuori un album ogni due anni in una scena satura di nuove proposte spesso di alto livello.

Pino.. occhio” uscita già come singolo lo scorso anno vede la collaborazione con i Club Dogo, pur essendo io amante di certe contaminazioni se fatte bene, e pur essendo il testo alquanto interessante devo dire che questo brano non mi è mai piaciuto molto e avrei evitato di inserirlo nell’album.

Angus Day (forever young)” è invece il giusto tributo allo storico chitarrista australiano da sempre idolo di Pino, il brano è ovviamente in classico stile Ac/Dc, nulla di eclatante ma ottimo chorus che farà le giuste vittime in sede live per celebrare il vero rock’n’roll!

In “Business Trash” viene proposta la collaborazione con Olly e i suoi The Fire, per un rock’n’roll senza fronzoli che si imprime in testa con le sue ritmiche ruffiane, piacevole il contrasto tra le voci al vetriolo di Pino e l’ottima intonazione di Olly, a me piace.

Con la “Terra ha il suo Respiro” i toni si fanno più soft su base quasi country, per omaggiare certa scena seventies americana, tra le fonti ispiratrici di Scotto. Nulla di eclatante, sia pure il brano dia possibilità di mostrare una volta di più le doti vocali del vecchio rocker.

Work in Regress” si presenta come il brano più scatenato dell’album, ritmi solleciti, chitarre sferzanti, testo a suo modo attuale anche se a volte un po’ banale, dove magari si poteva essere ancor più graffianti.

La chiusura invece esce completamente dagli schemi dell’album con la collaborazione a sopresa (non tanto forse..) con i Modena City Ramblers, infatti “Funambolo Retrò” ha un sound particolare con alcuni accenni ai Jethro Tull, ed un testo che se letto in modo giusto vi rapirà più della musica stessa. Lo dico chiaramente a me piace e parecchio perchè mi dà modo di riflettere su tante cose, compresa questa mia passione nel recensire che mano mano sta venendo meno…

Cocluso il parere su questa nuova fatica che presenta qualche alto e basso in più dei precedenti lavori a marchio Pino Scotto, (sicuramente inferiore al precedente Buena Suerte) vorrei fare un breve accenno al live annesso. In pratica viene riproposto per intero un live dell’artista, che per chi ne ha visto almeno uno alterna brani della vecchia produzione targata Vanadium e Fire Trails agli episodi della carriera solista e la cover di “Still Got The Blues” con Tolo Marton alla chitarra, accompagnati dai soliti “comizi” di Pino che ormai sappiamo a memoria o quasi. Documento interessante per chi invece (chi??) non ha mai visto un live di Pino che scorazza ormai da qualche anno per tutta Italia.

In conclusione onesto e sano rock’n’roll senza compromessi, o si ama o si odia, se solo si pensasse alla musica invece che al personaggio, forse andremo più lontano in questa povera italietta alla deriva in ogni campo, musica compresa.

Klaus Petrovic

 

TrackList

01. Signora Del Voodoo

02. Meno Male Che Adesso Non C’è Nerone (feat. Edoardo Bennato)

03. Codici Kappaò

04. Festa & Croce (feat. Aida Cooper)

05. Mayday

06. Pino…Occhio (feat. Club Dogo)

07. Angus Day (Forever Young)

08. Business Trash

09. La Terra Ha Il Suo Respiro

10. Work In Regress

11. Funambolo Retrò (feat. Modena City Ramblers)

Cd 2

01. Quore Di Rock ‘N’ Roll

02. Get Up Shake Up

03 Fighter

04. Morta È La Città

05. Spaces And Sleeping Stones

06. Tempi Lunghi

07. Che Figlio Di Maria

08. On Fire

09. Piazza San Rock

10. Come Noi

11. Diatribal Rock

12. Il Grido Disperato Di Mille Band

13. Still Got The Blues (feat. Tolo Marton Band)

  • Anno: 2012
  • Etichetta: Valery Records
  • Genere: Hard Rock Heavy Metal

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