Voto: 8

White Skull. Tanto basta per capirci: non servono né presentazioni né biografie. La ormai storica band vicentina giunge oggi al nono album, ennesimo capitolo della sua quasi trentennale saga artistica.

Ed è da subito evidente come “Under This Flag” sia l’album del ritorno alle origini. In primis per il grande rientro nella line up della cantante originaria Federica Sister De Boni, che per motivi personali lasciò la band nel 2001: interprete dalla voce versatile, in questo lavoro è il vero asso nella manica. E’ lei che fa la differenza, colorando i brani di una grinta fuori dal comune, per poi ammaliarci nei momenti di cantato pulito. Altra particolarità di questo lavoro che ci riporta indietro nel tempo è l’eliminazione delle tastiere: scelta che rende il sound dei White Skull meno articolato, imponente ed evocativo rispetto al precedente “Forever Fight, ma anche meno artificioso, più ruvido, diretto ed immediato, lasciando alla sola maestosità dei cori il compito di creare le atmosfere suggestive tipiche del genere. Il risultato è un album dall’impatto notevole che conquista al primo ascolto: nonostante alcuni cali di tensione creativa, “Under This Flag” riprende infatti alla grande il percorso interotto dal Teschio Bianco nel 2001.

Entrando nel dettaglio della tracklist, “Haunted Down” ci introduce in maniera prepotente nell’universo del Teschio Bianco: un brano aggressivo e rabbioso, riff di chitarra veloci e funambolici, cori imponenti e al centro la voce di Federica, graffiante e grintosa come poche. Il fuoco di fila continua con “Bottled Minds”, episodio tra i migliori del lotto: una cavalcata power dal refrain irresistibile, a livello di orecchiabilità quanto di songwriting. E ancora, altro capolavoro è la successiva “Red Evil”, brano in cui velocità, epicità, rabbia e passione trovano un punto di incontro esplosivo. “Lost Alone”, invece, lascia un po’ l’amaro in bocca: pur essendo un pezzo non male, non colpisce in maniera particolare, risultando un po’ anonimo e scontato. La title track “Under This Flag” riporta il tutto in carreggiata con il suo tiro aggressivo e poderoso, in cui le potenti chitarre e i maestosi cori conducono il gioco con maestria. “A.O.D”. mantiene alto il livello, una power ballad struggente e malinconica, un angolo di poesia davvero suggestivo. “Prisoners Of War”, “War After War” e “Nightmares” scorrono via di nuovo senza particolare entusiasmo, un altro piccolo calo di tensione, e ci traghettano verso la più accattivante “Freedom’s Not Free”, l’ennesima cavalcata power culminante in un refrain ossessivo e poderoso che non lascia scampo. “You Choose” si presenta poi da subito grintosa e aggressiva, un sound cadenzato e martellante davvero potente. Chiude il tutto “Redemption”, puro power metal con tutti i crismi, degna conclusione di questa corsa a perdifiato che è “Under This Flag”. Un album che vive di luci e ombre, di alti e bassi, ma che dimostra ancora una volta che il Teschio Bianco è tornato, è qui per restare e che dopo quasi 30 anni dalla sua nascita ha ancora molto da dire.

 

Luy C.

 

TrackList

01. Haunted Down

02. Bottled Minds

03. Red Evil

04. Lost Alone

05. Under This Flag

06. A.O.D.

07. Prisoners Of War

08. War After War

09. Nightmares

10. Freedom’s Not Free

11. You Choose

12. Redemption

 

  • Anno: 2012
  • Etichetta: Dragonheart Records
  • Genere: Heavy Metal

 

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