Voto: 7

Fearless” è il full length di debutto dei Weatherstorm, promettente heavy metal band materana. Dopo vari cambi di line up che hanno accompagnato il consolidamento dell’attuale struttura del gruppo, questi ragazzi hanno presentato il frutto del loro progetto tanto semplice quanto ambizioso: riportare in auge le sonorità e le ritmiche tipiche del classico Heavy Metal, quello della vecchia scuola, tanto per capirsi. Potenza, velocità e voce acuta, senza troppi fronzoli e artifizi. E va detto subito che sono riusciti nel loro intento.

Fearless” scorre bene, energetico, tirato al punto giusto, ben variegato e molto ben eseguito. Buona la qualità audio della registrazione, da tenere in considerazione visto che si tratta di un lavoro autoprodotto e confezionato con mezzi senza troppe pretese. La copertina, quasi infantile nel disegno e forse proprio per questo particolarmente efficace, richiama senza mezzi termini lo stile a cui il quartetto si ispira senza riserve. Non mancano spunti caratteristici, ad esempio la cadenza singolare della batteria di Francesco Paolicelli, che in più punti risulta controtempata pur senza esserlo. I dialoghi tra le due chitarre di Stefano Valentino e Luciano Matera, coerentemente distorte, sono scritti con intelligenza e impreziositi da assoli di grande livello che diventano la seconda voce di Stefano. Importanti le linee del basso di Nicola Ruggieri, che sostiene sia chitarre che batteria, garantendo sempre ampia libertà di movimento. Rispettando il dictat del classico Heavy Metal, i Weatherstorm non si basano su componenti elettroniche, limitando l’uso del synt a brevi parti sporadiche.

La voce di Stefano ha una timbrica incisiva e piena, corposa quando vuole, molto precisa soprattutto se usata pulita, perfettamente a suo agio negli exursus tipici di questo genere. Perde un filo di credibilità in alcune punte di falsetto/scream, non tanto per carenze tecniche quanto perchè sembra mancare di fluidità nel passaggi tra pulito e scream. Molto convincente invece quando esplora le estensioni del pulito, dalle più basse dove scivola calda e capace, fino alle più alte dove arriva potente. Il parlato, non troppo frequente ed in modalità “simil-growl”, completa il quadro dei registri vocali.

Se c’è da fare un appunto su “Fearless”, che non vuole essere una critica ma uno spunto di riflessione, è proprio sulla scelta del genere; per quanto io ami visceralmente l’Heavy Metal classico e per quanto io apprezzi il progetto di riportarne alla ribalta la forza e la purezza, mi chiedo quanto sia azzeccato escludere di default ogni contaminazione, considerando la direzione imboccata attualmente dal mercato discografico. Indubbiamente apprezzabile l’intento della band, che personalmente ringrazio per avermi regalato la sensazione di tornare un po’ a casa, ma così si corre il rischio di produrre lavori che sembrino “imitazioni” piuttosto che creazioni proprie, risultando magari troppo poco originali ed innovativi; cosa che sarebbe un vero peccato, dal momento che invece i Weatherstorm hanno molto da trasmettere ed hanno tutta l’energia ed i mezzi per farlo alla grande.

Fearless” è un album che consiglio a tutti gli appassionati del True Metal quindi, ma che non esalterà chi è in cerca di sonorità alternative e di contaminazioni sorprendenti.

La title track fa da apripista, raccontando la sensazione d’immortalità di un uomo senza paura. Ispirata all’omonimo film del 91, “Fearless” alterna continuamente il cantato pulito con il falsetto/scream. La chitarra ritmica, ipnotica e potente, fa da base per la voce assieme al basso; il fraseggio coinvolgente della prima chitarra si trasforma in assoli che qui, come negli altri pezzi, dimostrano una qualità tecnica notevole. Velocità sostenuta ma non eccessiva. Finale netto, senza sbavature.

Stormriders” mantiene le caratteristiche base dell’Heavy Metal classico, per vocalità e sonorità, sostenuto da un riff centrale accattivante e da un testo trascinante. Chiusura sfumata per un pezzo che sottolinea una caratteristica chiave di tutto l’album: la parte strumentale ha un peso quasi paritario rispetto a quella cantata e non resta relegata a far da riempitivo tra una strofa e l’altra. Cosa che personalmente apprezzo molto.

Pray Evil” è il vero brano di rottura. Testo provocatorio fino al limite, parlato “satanico” ed un sound più cupo ma non meno ritmato. La batteria, cadenzata a singhiozzo, si fa più portante e le corde in odor di blues non allentano un attimo la presa.

Bonebreaker” è la traccia strumentale; inizia tirata, poi si ferma di botto per una parentesi lenta per ripartire subito in quarta. Cambi continui di ritmiche e cavalcate in vero stile Haevy Metal ne fanno un pezzo tutto da godere, capace di sorprendere e catturare. Uno dei miei preferiti.

Absolute Power” è forse la più bella prova vocale di tutto l’album e forse il pezzo migliore in assoluto. Scoppiettante, trascinante dall’inizio alla fine, anima blues; il basso diventa terza voce a tutti gli effetti, chitarre e batteria sono perfettamente calibrate. Sound caldo ed un testo giustamente in tema, risata sardonica inclusa. Da ascoltare e riascoltare, a volume ben alto.

Runaway” è la ballad di “Fearless”; testo introspettivo e ritmica rallentata, ma senza perdere una goccia di energia. La chitarra diventa un lamento nostalgico, la batteria si assottiglia, il basso fa da eco e la voce, ora calda ed intensa, dimostra quali corde emotive riesce a toccare quando gioca con il cantato pulito, mantenuto su tonalità medio-basse. Dolce e forte. Nella seconda parte il ritmo risale e la voce torna acuta esaltando il climax del brano. La cavalcata finale impedisce di dimenticare che sempre di Heavy Metal si tratta. Finale dolce e sfumato.

L’album si conclude con “A Trilogy Of Metal”, suite divisa in tre atti che si ispira a “An Odissey Of North”, romanzo di Jack London. Sicuramente la traccia più impegnativa e complessa di questo debutto. Qui l’uso del synt e delle voci campionate, assieme alla riproduzione di una vera orchestra, introducono un effetto sonoro vicino al Symphonic Metal. Quasi completamente strumentale, il brano conclusivo sembra voler mettere alla prova l’amore dell’ascoltatore per un genere che se piace…piace davvero.

In conclusione, i Weatherstorme hanno presentato una buona opera prima che, se anche rivela qualche punto da calibrare e da indirizzare meglio, si merita il sostegno e l’attenzione dei seguaci dell’Heavy Metal classico.

 

Ella May

 

TrackList

1. Fearless

2. Stormriders

3. Pray Evil

4. Bonebreaker

5. Absolute Power

6. Runaway

7. A Trilogy Of Metal

 

  • Anno: 2012
  • Etichetta: Autoprodotto
  • Genere: Heavy Metal

 

Links:

Facebook

 

Autore