Voto : 8
Quando ti ritrovi ad ascoltare album come quello che sto andando a presentarvi, c’è solo da togliersi il cappello e godersi la musica che si sta ascoltando.
I Signs Preyer provengono da Orvieto e nascono nel 2006. Band molto attiva, sopratutto sul fronte live dove i Nostri hanno condiviso il palco con gente del calibro di Pino Scotto, Fuzz Fuzz Machine, Paul Di Anno, Corrosion Of Conformity, Trick Or Treat.
Alla voce troviamo Corrado Giuliano, alla chitarra Enrico Pietrantozzi (membri fondatori), al basso Andrea Vecchione Cardini e dietro alle pelli Giacomo Alessandro.
La band si muove sui territori dello Sludge/Stoner Metal con elementi derivanti dall’Hard Rock. Una miscela originale, con un potenziale da non sottovalutare e che potrebbe ulteriormente svilupparsi per un futuro ancora più luminoso. Gli ingredienti su questo album, per farlo brillare di luce propria, ci son tutti: coesione, groove, ottime songs. Secondo me si potrebbe far ancor meglio date le capacità dei musicisti coinvolti in questo progetto, ma Signs Preyer (album self-titled), promette bene. E spacca.
“Anger” è l’opener di questo cd. Una traccia scura, aggressiva, capace di scuoterti con le sue chitarre possenti e dal cantato profondo. Anche “Bitch Witch” non scherza. Un up-tempo coinvolgente e bello “groovy”.
“Dark Soul” è melodica, sognante, con un ritornello ben fatto sottolineato dalla distorsione delle chitarre e da una linea vocale che calza a pennello sulla base prodotta dalla band. “Hell” la vedrei bene su un disco dei Black Label Society. It “Comes Back Real” ha un inizio che ricorda i Godsmack e che ti fa scuotere subito la testa. Tutto il brano si muove su coordinate potenti e che sottolineano come i Signs Preyer, quando vogliono, sanno pestare come si deve.
Tutto il disco gira bene. Infatti citerei Just To Kill You, Killer Instinct, Painless Pain e la title track come altre gemme che si possono trovare su questo prodotto. E’ un album variegato, capace di passare da trame rocciose ad altre più ragionate e suonate con anima e cuore. Solidi e forti…e non è un caso che la coesione del gruppo, che ha la stessa line up dall’anno della sua fondazione, si riesca a precepire durante lo scorrere delle canzoni. E’ il punto cardine dei Nostri, un affiatamento che fa la differenza. Non è una questione di tecniscismi o di esercizi di stile, si tratta di idee ben chiare e suonate ottimamente.
Registrato ai Bonsai Recording Studio, la produzione mette in risalto il sound di tutti gli strumenti. Ottimi gli arrangiamenti, con alcuni inserti sapientemente aggiunti in alcuni brani per rendere ancora più interessante il plotter (vedi la title track nella parte finale).
I Signs Preyer credono in quello che fanno. Hanno sviluppato un disco d’esordio davvero buono e che fa pensar bene per il futuro. Sono contento che siano supportati da una Label perchè, come ho scritto più volte, i gruppi che meritano dovrebbero essere sostenuti a dovere. Auguro a questi ragazzi di Orvieto ogni fortuna e che continuino a scrivere ottima musica.
Da tener d’occhio!
Daniele Orlandi
TrackList
1. Anger
2. Bitch Witch
3. Dark Soul
4. Hell
5. It Comes Back Real
6. Just To Kill You
7. Killer Instinct
8. Painless Pain
9. Signs Preyer
- Anno: 2012
- Etichetta: Red Cat Promotions
- Genere: Doom/Hard Rock
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