Voto: 6
Ho dovuto sudare le proverbiali sette camice per recensire questo nuovo lavoro dei Tryfux la one man band di Cristiano Poli, già chirarrista dei Discordia. Al contrario infatti del precedente ep “Tryfux” che mi aveva coinvolto emotivamente sin dal primo ascolto, in questo “The Alternative World” ho trovato molte difficoltà nell’assimilarlo.
Ci son diverse novità rispetto al precedente ep, una ricerca ancora maggiore di stupire l’ascoltatore, e un continuo cambio di sonorità, che però alla lunga risultano ripetitive come nei due brani iniziali molto simili tra loro, “Trip” e “Landing“, che spaziano da basi di elettronica abbastanza scolastica a schitarrate alla Steve Vai più sperimentale.
Poco metal si trova all’interno di questo lavoro, molti synth, campionamenti, che lasciano il tutto molto freddo e poco coinvolgente. Si sfiora il pop con qualche venatura prog in “Glory“, nella quale ogni tanto c’è qualche picco di classe, che fa ben sperare per il futuro. Ammetto e penso che muoversi in certi territori di sperimentazione non sia affatto facile e do atto a Cristiano di mettercela davvero tutta, però ritengo questo lavoro un passo indietro rispetto al precedente, cosa che può comunque capitare quando, come dicevo prima, si cerca di sperimentare.
Se “Warning” esula dal contesto dell’album, proponendosi più astratta che mai, “Anxiety” ci riporta alla realtà, realtà che ricalca a mio avviso suoni anni 80 provenienti da un’ improbabile incrocio tra Roxy Music, Depeche Mode e The Human League. Sicuramente ci appare come il brano più azzeccato del lotto, dove la chitarra esplode sulle sonorità sopra descritte come una scheggia impazzita. Qua e la si trova anche qualche reminescenza Kraftwerk, sia pure in un contesto più morbido, e sempre con molta personalità, ma non è detto che sempre questo sia un vantaggio se poi a livello emozionale si trasmette ben poco.
“Decline” è un brano che non mi dispiace, e che potrebbe dettare la linea per il futuro dei Tryfux, in bilico tra una soundtrack per un film a base di cronaca nera e astrattismi contemporanei.
“Escape” invece si presenta come una cavalcata elettro/rock dove la drum machine sembra farla da padrona, e risolleva le quotazioni di questo “The Alternative World” con una conclusione degna della pazzia di Frank Zappa.
Il finale è affidato alla lunghissima “End” che in parte riassume l’essenza di questo album.
Tirando le conclusioni non boccerei a priori questo lavoro, ma ripetendo quanto già detto, c’è un passo indietro rispetto al precedente, pur con l’attenuante della difficoltà del genere proposto. Aspetto a fine anno il nuovo lavoro con curiosità, speranzoso in un’impennata sonora che renda il tutto più fruibile.
Klaus Petrovic
TrackList
1. Trip
2. Landing
3. Glory
4. Warning
5. Anxiety
6. Decline
7. Escape
8. End
- Anno: 2011
- Etichetta: New Idols Records
- Genere: Progressive Rock
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