Voto: 8

Progressive Death Metal proveniente da Treviso…stiamo parlando dei Silver Tears. La band composta da Daniele Pizzol (Vocals), Giovanni Fadelli (Guitars), Andrea Ploni (Bass&Backing Vocals) e da Domenico Marson (Drums) si forma nel 2003 ed attraverso diversi Live Shows cementerà il proprio sound fino ad arrivare a comporre materiale per il loro primo Full Lenght: Rebirth.

Prodotto da Göran Finnberg (Dark TranquillityIn Flames) e registrato presso i Sherpa Studios (Elvenking), i Silver Tears danno alla luce un lavoro ben suonato e curato nei minimi dettagli. Grande pulizia sonora e sound potente, sono le prime qualità che si percepiscono ascoltando quest’ album. Da segnalare la collaborazione con il cantante Davide Moras (Elvenking/Hell in The Club).

Entriamo nel dettaglio di questo Rebirth. L’album si apre con The Same Sky. Un intro di pianoforte con successivi arrangiamenti sinfonici accompagna l’ascoltatore fino all’ingresso della band che utilizza il tema dell’intro per condurre la parte iniziale della canzone. Il cantato di Daniele Pizzol, di stampo Death/Black, alterna growls e scream con discreta disinvoltura. La band si muove su territori melodici e ben strutturati, gli arrangiamenti sono ottimi. Un brano Melodic/Death decisamente forte e coinvolgente. Riffing corposi che si alternano con passaggi di natura classica. Un gran biglietto da visita!

La successiva Silver Tears è più energica dell’opener. Lo stile della band richiama quel Death Scandinavo che tanto fece scuola negli anni ’90. Una canzone energica, con un buon groove. Le chitarre la fanno padrone insieme agli inserti di tastiera, cantato sempre “abrasivo” e sezione ritmica compatta.

Believe in Me attacca con un assolo di batteria “shuffle” seguito poi dall’ingresso del resto del gruppo. Una song decisamente ispirata dove la perizia tecnica dei Nostri emerge alla grande. Cambi di tempo e fraseggi eseguiti con bravura e maestria. Di pregevole fattura tutte le parti strumentali o soliste. Non ci si annoia mai insomma! Dalla strofa al ritornello per passare al coinvolgente bridge per poi arrivare alla conclusione. Le parti vocali, un mix di scream e clean vocals, meritano più di un ascolto. Quando c’è il gusto e la tecnica, brani come questo parlano da soli.

Your Last Dream: quarta track e attacco decisamente possente, dove spicca un riff prog maestoso e potente. Si parte con la strofa e si prosegue fino alla parte centrale dove una linea di basso soft e suadente viene accompagnata dal pianoforte. Sono proprio queste le caratteristiche dei Silver Tears: Tecnica e potenza mixate a passaggi melodici e d’atmosfera.

Ancora il bassista Andrea Poloni sugli scudi per la quinta Evil Has Gone. Un suo giro di basso fa da preludio all’impatto successivo del wall of guitars che esce fuori dagli speakers. Un “tiro” non indifferente conduce la partita con stacchi di batteria e cambi di tempo ben realizzati. Da bassista non posso che essere felice di ritrovarmi, a metà brano, una nuova parte solista accompagnata da arpeggi ed un solo di chitarra. Ma i ragazzi cambiano le carte in tavola come dei provetti gamblers ed in men che non si dica ci si ritrova ad asoltare passaggi complessi e sinistri. Mi ha colpito la clean vocal verso la fine del brano per poi venire sostituita dallo scream/growl che chiude il tutto.

La Title Track (Rebirth) è un qualcosa di Gothic mischiato alle solite armonizzazioni prog/death. Una forma canzone che scivola via intensa ed efficace. Ottime trame chitarristiche e scream vocals sempre perfette. Le tastiere svolgono un lavoro più che egregio e non stancano mai. Un altro tassello di quest’album davvero ben costruito.

Burn In A Flame è un altro bel “pezzone”. Arrivati a questo punto si è sempre più coinvolti dal combo Trevigiano. Strutture epiche e d’impatto la fanno da padrone. Chitarre, voce, tastiere, batteria e basso viaggiano che sono un piacere per l’udito. Settima traccia promossa, senz’ombra di dubbio.

L’album si chiude con The Beginnig Of The End Part. 1&2. La prima parte è una composizione acustic/folk con un ottimo cantato femminile con una sua controparte machile davvero meritevole. Emozione, intensità…sono rimasto piacevolmente sorpreso da questa piccola gemma. Belle le parti acustiche di chitarra e gli inserti d’archi. Il secondo episodio ci riporta i Silver Tears ai loro territori più familiari. Un mid-tempo suggestivo come partenza per poi andare avanti con le oramai ben conosciute, e suonate, parti d’impatto e tecniche. Clean vocals verso l’epilogo ed un passaggio alla Dream Theater ci portano alla chiusura di questo disco.

Eccelente questo esordio per i Silver Tears. Tutto questo conferma che la scena italiana è ricca e viva di band con gli attributi capaci di sfornare lavori di questo calibro. Sosteniamoli e vediamo cosa ci faranno sentire in futuro. Well Done!

 

Daniele Orlandi

 

  • Anno: 2011
  • Etichetta: Revalverecords
  • Genere: Progressive Death Metal

 

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