Voto: 8

L’angoscia è la vertigine che scaturisce dalla possibilità della libertà.

L’uomo sa di poter scegliere, sa di avere di fronte a sé la possibilità assoluta: ma è proprio l’indeterminatezza di questa situazione che lo angoscia. Egli acquista la coscienza che tutto è possibile, ma quando tutto è possibile, paradossalmente è come se nulla lo fosse.

La moltitudine di possibilità e di strade che la propria vita potrebbe intraprendere lo confondo, lo spiazzano, bloccandone le proprie potenzialità, congelate in un blocco di glaciale terrore.

L’angoscia è altresì la condizione “esclusiva” ed elitaria dell’uomo, in quanto non presente nella bestia, guidata dalle necessità dell’istinto e tantomeno nell’angelo il quale, essendo pure spirito non è legato dall’oggettività delle situazioni.

Questo, in poche righe, è l’oggetto dei due scritti che, accanto alle “Briciole” e alla “Postilla”, costituiscono il nucleo più prettamente filosofico del pensiero di Kierkegaard: “Il Concetto Dell’Angoscia” (1844) e “La Malattia Mortale” (1849).

Questo concetto affascinante è anche il tema intorno al quale i veronesi Acheode sviluppano il loro “Anxiety”, lavoro che in fase di ascolto ci riserverà non poche (piacevoli) sorprese.

Nati nel 2007 come band death metal con forti influenze svedesi, i nostri extreme metallers incorporeranno in seguito diverse influenze che andranno ad arricchire la loro proposta, rendendola assolutamente originale e competitiva.

Un death metal articolato, tecnico, spiazzante, assolutamente sopra le righe in ogni scelta, dall’esecuzioni strumentali alla voce, ci pone in uno stato assimilabile a quello descritto dal filosofo danese, in quanto le possibilità offerte dalla musica dei nostri, la fuga da ogni schema precostituito e la potenziale capacità di trascendere qualsiasi attesa ci spiazza al punto da confonderci e paradossalmente spaventarci, laddove la nostra mente non è tranquillizzata e “guidata” tra i sereni binari di un genere canonico.

Influenze musicali estreme costituiscono l’ossatura di questo fantastico lavoro, passando dal brutal al technical death di stampo europeo (Pestilence), dal metal più ferale e chirurgico degli statunitensi Dying Fetus, al chaos controllato degli assurdi “The Berzerker”, ricco delle influenze più spiazzanti, ben rappresentate dalle partiture jazz presenti in più di un episodio di questo CD.

Tutto ciò che costituisce questa fantastico debutto è pensato, eseguito ed inciso per togliere all’ascoltatore ogni certezza: uno screamer di razza (Marco De Martino) dall’ugola abrasiva ed affetto di disturbo della personalità, lacererà i nostri padiglioni auricolari con profondi growl ed annichilenti e glaciali urla, così come la sezione ritmica costituita da Filippo Vanoni alla batteria e Mattia Sciannella al basso, non ci lascerà “riposare” un istante, continuamente sollecitati e spronati ad inseguirne i pindarici voli ed intricate evoluzioni.

Discorso a parte meritano le asce di Fabio Morreale e Renè Montresor, davvero due funamboli dello strumento, esecutori di parti chitarristiche ai limiti dell’umano, i cui riff intricati e disorientanti vengono spezzati da continui interventi solistici di altissima caratura tecnica, fluidi, rapidi e letali, in cui dissonanze e la mancanza assoluta di melodia aiutano ad alimentare quella famosa e pluri-citata sensazione che permea i solchi digitali di questo lavoro.

Se esistesse la meritocrazia nell’arte, questi validi veronesi dovrebbero calcare le assi dei palchi di tutto il mondo, portando quella sensazione di ansia ed angoscia che sarebbe sicuramente meglio di quella sicurezza (musicale) scialba ed ignorante che infesta la nostra penisola.

Ai confini del capolavoro.

 

 

Alberto Biffi

 

TrackList

  1. Parasitic Gangrene
  2. Exausted Bodies
  3. Abhorrence
  4. Unceasing
  5. Blatant
  6. Collapse
  7. Feed The Fetus
  8. Anxiety
  • Anno: 2012
  • Etichetta: Kreative Klan
  • Genere: Death Extreme Metal

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