Voto: 8

Il progetto di cui vi parlo oggi fonda le sue radici nei pressi di Pogno, un piccolo paese del novarese di nemmeno duemila abitanti che, con le sue tristi atmosfere montanare, ha avuto il giusto peso nella maturazione di questa band e, di conseguenza, nell’album che mi appresto a recensire. Quando si proviene infatti da una realtà tanto isolata e dimenticata, le possibili reazioni sono fondamentalmente due: subire passivamente gli eventi, adeguandosi all’ambiente circostante, oppure reagire, incanalando rabbia ed energie nella ricerca di una propria strada.

Tramortiria appartengono per l’appunto alla seconda schiera di individui e, nello specifico, hanno trovato nella musica il giusto canale per esprimere da un parte lo sdegno nei confronti di alcune importanti tematiche sociali, e dall’altra la volontà di non rassegnarsi ad un futuro denso di incertezze. Per riuscire in tale intento, questi ragazzi proclamano con orgoglio la loro volontà di rifuggire da qualsiasi tipo di catalogazione, cercando di dare vita ad un sound personale che loro stessi amano definire Stun Metal (dall’inglese to stun: stordire), proprio per porre l’accento sull’univocità della loro proposta e, soprattutto, sul desiderio di gridare al mondo la loro ira, senza mezze misure. Ne deriva un thrash-death piuttosto grezzo che, pur non mancando di inserti melodici davvero ben suonati, presenta in special modo delle venature molto groovy, prive di tecnicismi eccessivi o fini a se stessi. Attingendo con garbo da una rediviva old school e dimostrandosi abile nel rileggere il tutto in chiave moderna, il combo piemontese arriva dritto al bersaglio non solo con il cuore, ma anche con idee decisamente apprezzabili che donano al cd una buona originalità e un’immediatezza difficilmente ravvisabili in altri lavori.

C’è quindi ben poco da dire, se non che per essere un’opera di debutto, “Wrath Among The Dead” è una gran bella sorpresa, un ottimo punto di partenza, un imponente calderone di emozioni forti, a tratti violente, ma provocate in maniera ragionata. Effettivamente, grazie ad un assetto solido e al contempo sinuoso, il platter riesce ad amalgamare elementi piuttosto variegati e, lungo i suoi quasi sessanta minuti, sembra quasi assumere le sembianze di un macigno che, rotolando giù da una montagna, acquisice una velocità paradossalmente capace di conferirgli una certa leggerezza, pur portandolo a travolgere qualunque cosa gli si ponga davanti.

Ma procediamo con l’ascolto. L’apertura è affidata a “Dust”, una breve intro composta da delicati arpeggi, premonitori della battaglia che di lì a poco si preparerà a partire con la melodica e cadenzata “1936”, brano che ricorda molto i Pantera, soprattutto per quanto concerne ritmica ed architettura. Dopo l’instrumental “Earth Attack”, vero e proprio manifesto di riffing classico, la guerriglia si scatena definitivamente: prima in “World Of Fashion”, grido furente eseguito ad altissima velocità alla Overkill, con doppia cassa e vorticosi intrecci di chitarra a dettare i tempi; e poi in “Morrow”, che, col suo immancabile tocco groove e una voce che per tonalità e tecnica si avvicina alquanto a quella del grande Phil Anselmo, ci offre l’ennesimo scorcio di panteriana memoria.

Si rallenta, seppur solo in parte, con la successiva “Face To Face”, un’intensa ballad (perdonatemi il termine) arricchita da un tagliente assolo nel finale, in grado di evocare un sostanzioso connubio di sensazioni dissimili, quali collera mista ad abbandono. Quanto ad ambientazioni oscure, non scherza nemmeno “Deep Forest Night”, perfetto esempio dell’elevata attitudine compositiva del gruppo, se non altro per la discreta complessità del riffing, nonché della struttura. La segue l’arrembante “Blood Buster”, un pezzo fantastico che, almeno inizialmente, è una bastonata sui denti in tipico Slayer-style, salvo poi rientrare parzialmente nei ranghi mano a mano che i secondi scorrono, senza per questo esaurire la sua possente carica adrenalitica.

Veramente apprezzabile poi anche l’idea esplicata attraverso “Bad News, Good Stuff” e “Scoop!”, fiori all’occhiello di una produzione già considerevole: la prima è una traccia narrativa molto particolare in cui una voce femminile, scandita da una sequenza ritmata sullo sfondo, funge da introduzione per la seconda; quest’ultima si sviluppa invece sulla falsariga di quanto già presentato in precedenza, dando ancor più spazio, fra le altre cose, alla componente strettamente musicale. In chiusura troviamo “Enigma”, una canzone di ben nove minuti che non aggiunge né toglie nulla ad un disco già ampiamente promosso, ma che ha comunque il merito di chiuderlo degnamente.

Insomma, un esordio col botto che fa di “Wrath Among The Dead” un album da acquistare senza pensarci su due volte e che dona ai Tramortiria i connotati di una band dal potenziale enorme. So true, so genuine, so thrash: francamente, non credo si possa chiedere di più.

 

Davide Khaos

 

TrackList

01. Dust

02. 1936

03. Earth Attack

04. World Of Fashion

05. Morrow

06. Face To Face

07. Deep Forest Night

08. Blood Buster

09. Bad News, Good Stuff

10. Scoop!

11. Enigma

 

  • Anno: 2012
  • Etichetta: Andromeda Relix
  • Genere: Thrash/Death Metal

 

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