Voto: 6.5

Una compilation creata da Bologna Rock City Records, collegata al festival ‘Glam Fest‘, che vede partecipare quattro realtà Hair Metal con tre brani a testa.

Tocca ai milanesi Cream Pie l’apertura della compilation con ‘Tiger’, partendo con grande energia e tanta melodia. Oltre a dar luce al loro nuovo vocalist e proponendo tre pezzi dal loro ultimo Ep Unsigned. Un Glam/Hair Metal ispirato palesemente ai grandiosi Hardcore Superstar. Registrazione e composizione dei pezzi sono ben riuscite, ma la pecca fondamentalmente è l’eccessiva ispirazione ai citati rocker nordici. Certo la band riesce a far breccia nell’ascoltatore, ed è innegabile che i pezzi si ascoltano con vero piacere, riuscendo anche a far smuovere. Ma tra Hardcore Superstar e alcune influenze di matrice prettamente Heavy Metal d’annata, i nostri peccano davvero di poca personalità, ed aggiungo anche qualche approccio punkeggiante.

Si passa alla morbidezza iniziale di ‘Such A Psycho’, dove però si arriva ad aperture energiche, ma durante il pezzo queste due situazioni musicali si alterneranno rendendo il pezzo una vera e propria semiballad. Una sorta di logico seguito del pezzo precedente. Ripeto, ci troviamo al cospetto di una fusione tra Glam “moderno” con Heavy classico. La voce è abbastanza ispirata ed i musicisti sono tutti palesemente in ottima forma, ma sinceramente la band non si smuove dai passi fatti da altre band simili, soprattutto di band che hanno debuttato con questo stile in America nell’ultimo decennio. ‘The Evil Inside’ è il terzo ed ultimo pezzo per quel che concerne la partecipazione dei Cream Pie, dove si sfodera tutta una vena heavy metal da far paura, ma non spostandosi di una virgola da quanto detto finora, con i loro soliti riff taglienti coadiuvati da un buon gusto per la melodia. Spero di ritrovarmi la band con un pò più di personalità per il futuro.

Arriva il turno dei piombinesi Deadly Tide, che aprono il loro piccolo spazio con ‘Last Blood’ (dal loro album Smoke And Mirrors) dove un aurea molto in stile Ac/Dc accompagna la composizione, seppur siano presenti influenze rock che vanno dai Kiss, agli Zeppelin e qualche velatura AOR. L’assolo di chitarra farebbe venire in mente Angus Young a chiunque! Secondo pezzo della band è ‘Welcome To The Party’ (dall’album Sexy Shock). Un roccioso Hard’n’Heavy cazzuto, con molti riferimenti glam ottantiani. Dove spesso si notano aloni lawless-iani. La band, anche in questo caso, ha una sua energia notevole ed un buon gusto. Ora, è inutile che vi dica che anche in questo caso il sound e le idee si rifanno a band molto più blasonate, seppur ci si sposti da situazioni nordiche come la band precedente, e si resta fermi a sonorità hard’n’heavy dei tempi d’oro. La questione è molto semplice; un genere come questo, ossia un hard’n’heavy con fortissime venature rock’n’roll e qualche spruzzata glam, non si può innovare più. Tutto è già stato detto, e lo stesso genere è arrivato ad essere rimodernato con band tipo i prima citati Hardcore Superstar et similia. Indi per cui, al cospetto di un cd simile, mi sento in dovere di palesarvi questa situazione, ed invitare all’ascolto gli amanti di queste storiche sonorità, senza attendersi una next big thing.

Detto questo, si continua nell’ambito dei Deadly Tide con ‘Song For Nina’ (dall’omonimo Ep). Un pezzo che farebbe pensare ad una dedica, o a qualche commemorazione, e la band parte con le sonorità già indicate, ma con quella venatura in più trattta da mostri sacri come i Van Halen e gli Europe. Ottima la performance del vocalist, ed una perfetta coordinazione di tutti i musicisti, che creano situazioni per lo più classiche e lineari, non perdendo mai colpi.   Le sonorità si dirigono verso un repertorio pesantemente influenzato dai Gun’n’Roses con i perugini Pollution, che aprono lo spazio a loro concesso con tre pezzi tratti dal loro Strange Attractors‘. Si parte con l’esplosiva ‘Step Off’. Riff granitici che si ammorbidiscono durante il cantato. Appunto il cantato sembrerebbe un Axl Rose (con le dovute distanze), ma la cosa forse triste è che si parla dell’Axl degli ultimi tempi, e non quello squillante e arrogante dei bei tempi che furono. Ma la parte musicale riesce a procedere con energia ed attitudine.

Segue ‘Maniacal Romance’, dove continua la palese influenza Roses-iana, con cori anthemici molto avvolgenti. La band ha tutte le carte in regola, a livello di bravura tecnica, ma non mi convince il vocalist, sembra che voglia imitare a tutti i costi Axl, magari la sua voce è così, ed in tal caso non mi permetterei di dare un giudizio, ma qualcosa mi dice che la voglia di copiare ci sia, ed anche troppa. La buona base ritmica regge la struttura dei pezzi, dove le chitarre danno il massimo, seppur come massimo non siamo chissà a che livelli. Verso la fine del pezzo si ha una certa vena vagamente progressiva che mostra l’ottima preparazione del drummer. Ma la cosa che mi chiedo è… Ma la band perchè deve cerca di copiare i Guns’n’Roses ed in certi momenti gli Skid Row per forza? Cercate di mettere più personalità nell’esecuzione e nella tecnica!

Conclusione con ‘A Shot Burn And Kill’em’, dove sono presenti venature più hard e più massicce, e dove una fortissima influenza tratta dagli Skid Row del grande Sebastian Bach, pervade per tutta la durata del pezzo. Immaginatevi l’appena citata band, con un Axl Rose senza mordente dietro al microfono, ed avrete i Pollution. Il che non vuol’essere una demolizione dell’operato di questi bravi musicisti, ma un cercar di dire: “ragazzi smuovetevi ed tirate fuori la vostra personalità!” Purtroppo e proprio quest’ultima a mancare, rendendo la loro esibizione un mix di scopiazzamenti vari. Concludono questa compilation i bolognesi Sange Main Machine, una band davvero travolgente, forti anche di una forte presenza del vocalist. Le song sono inedite e scritte per l’occasione, ad eccezione dell’ultima “Hate Sower” tratta dal loro ‘”Ready For The Show. Il pezzo d’inizio si intitola ‘Beer’n’Roll’, che già fa intendere a cosa andiamo incontro. Ritornello debitore agli Ac/Dc, ma nel resto del pezzo ci troviamo al cospetto di un Hair Metal, si influenzato dall’appena citata band, ma con vari spunti. Grande attitudine e molto mordente per una band che ho ascoltato ancora con più piacere, senza svalutare le altre presenti però.

Segue ‘Born To Be Bastard’ che si muove in tempi più trattenuti ma sempre energici. Riff stradaioli per una composizione lineare ed anthemica con alcuni riferimenti ai Poison ed un buon assolo all’interno. Conclude la loro parte e tutta la compilation ‘Hate Sower’, con alcuni controtempi che poi si regolarizzano nel ritornello dal flavour bonjoviano, un pezzo in fin dei conti avvolgente.   Ora dovendo fare un conto generico, la compilation vale la pena procurarsela se amate certe sonorità stradaiole e colorate, ma non aspettatevi la minima novità, ed immagino che chi ascolta il genere, come il sottoscritto, non è che la vada cercando a tutti i costi. Ma in alcuni episodi ho trovato davvero un’eccessiva mancanza di personalità (che è diversa dall’innovare eh!). Ma se vorrete passare qualche momento movimentato e festaiolo la compilation ha tutte le carte in regola per potervi accompagnare.

Francesco ChiodoMetallico

TrackList

01. Tiger (Cream Pie)

02. Such A Psycho (Cream Pie)

03. The Evil Inside (Cream Pie)

04. Last Blood (Deadly Tide)

05. Welcome To The Party (Deadly Tide)

06. Song For Nina (Deadly Tide)

07. Step Off (Pollution)

08. Maniacal Romance (Pollution)

09. A Shot Burn And Kill’ Em (Pollution)

10. Beer N’ Roll (Sange:Main:Machine)

11. Born To Be Bastard (Sange:Main:Machine)

12. Hate Sower (Sange:Main:Machine)

 

  • Anno: 2011
  • Etichetta: Bologna Rock City Records
  • Genere: Glam Rock’n’Roll

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