Voto: 8.5
Tornano a distanza di 4 anni dal precedente “Epos” gli epic metallers milanesi Wotan, e lo fanno per la My Graveyard Productions che si aggiudica così un’altra grande band nel proprio roster! Il ritorno discografico della band non porta ventate di novità, ma rafforza la loro musica basata su un epic metal molto ottantiano e classico che farà la gioa di tutti gli amanti del genere. Infatti nelle sei tracce qui comprese gli Wotan danno il meglio di sè, riuscendo a superare a mio avviso i fasti gloriosi del passato, senza snaturare di una virgola il proprio modo di comporre le song! Detto questo analizziamo i brani in questione, “The Lone Wolf” è il classico brano Wotan, potenza ed epicità in un connubbio vincente, con la voce maestosa di Vanni Ceni che si innalza a portabandiera assoluto, e ci trascina nella cavalcata medioevale alla conquista del trono! Miglior inizio non poteva esserci, i riffoni perfetti di Mario Degiovanni si stagliano su una base ritmica tipica di chi segue questo genere e che ovviamente ci riporta alla mente i maestri Manowar!
Ma è con la seguente “The Bridge to Asgard” che dà il titolo a questo lavoro che si raggiungono le vette massime dello stesso! Un inno a non arrendersi mai, una song sontuosa che eleva al massimo le capacità interpretative di Ceni e di tutta la band! Una song da cantare tutti insieme sotto il palco, per sentire i brividi sulla pelle, un vero e proprio inno che possiamo fare nostro per affrontare le battaglie che ogni giorno la vita ci mette di fronte! Dopo l’iniziale arpeggio melodico la schitarrata elettrica di Degiovanni pulsa magicamente e il ritmo cadenzato e poi imperioso dettato dalla batteria di Lorenzo Giudici si interseca col basso maestoso di Salvatore Oliveri:pura magia signori! “Hagen” è una poderosa cavalcata dall’impatto devastante, spinge forte sull’accelleratore grazie ai ritmi imposti da basso e batteria, si rifà parzialmente alla storia dei Nibelunghi e del tradimento di Sigfried da parte di Hagen stesso, ma non vorrei dire eresie.. Musicalmente l’impatto è come dicevo devastante grazie a cambi di tempo e improvvise accelerazioni che ne fanno un brano dal potenziale notevolissimo! Autentico gioiello di questo lavoro è la successiva “Ja Nuns Hons Pris” sia per il cantato in lingua d’Oil, che altro non è che il francese antico parlato all’incirca tra il 900 e il 1300, sia perchè il testo è di Riccardo Cuor Di Leone! Completamente acustica esalta il cantato di Ceni, e ricorda i brani acustici ed emozionanti dei Manowar migliori! “Goyatla (The Last Battle)” è invece un omaggio al grande capo indiano Geronimo (solo per questo il mio amore per i Wotan sale di brutto!), l’inizio dopo un riff possente è affidato a sonorità puramente riconducibili appunto ai nativi americani, e ovviamente ci narra dell’ultima battaglia del grande guerriero Chiricahua Apache, e della sua grande dignità. Otto minuti di epicità con ritmi incandescenti, cadenzati e con un assolo di Degiovanni strepitoso che da solo vale l’acquisto di questo ep!
La produzione dello stesso è ottima, ma non c’era da dubitarne, come ottimo è il booklet, tutti elementi che accrescono il valore di questo lavoro, e l’assoluta obbligatorietà ad averne una copia per ogni defender che si rispetti. La chiusura è affidata alla riproposizione di “The Bridge to Asgard“, che questa volta alla voce insieme a Ceni vede anche Ela Wise cantante degli Horizon e già collaboratrice di vari progetti. Una voce la sua che si amalgama perfettamente con Ceni e dà un tocco melodico al brano, e al tempo stesso lo esalta con tutta la sua bravura. Posso definire sicuramente Ela una delle migliori voci femminili in Italia indipendente dal genere musicale. Quindi un gran finale per un ep che rilancia il nome dei Wotan tra le stelle del firmamento metal italiano! Bentornati!
Klaus Petrovic
TrackList
1. The Lone Wolf
2. The Bridge to Asgard
3. Hagen
4. Ja Nuns Hons Pris
5. Goyatla (The Last Battle)
6. The Bridge to Asgard (con Ela Wise)
- Anno: 2011
- Etichetta: My Graveyard Productions
- Genere: Epic Metal
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