Voto: 7

Secondo full-lenght per i salernitani AURA, “Deliverance” è stato per me una piacevole sorpresa. Premetto di avere un rapporto di amore-odio con il prog rock, genere proposto dalla band in questione. Amore perchè alcuni dei brani sfornati dai gruppi prog sono veri e propri capolavori. Odio perchè a volte la consapevolezza della tecnica da parte dei musicisti del settore rischia di sfociare in un atteggiamento elitario di superiorità che me li rende un po’ antipatici. Pregiudizio mio personale, abbondantemente superato dopo l’ascolto di questo album!

Ma procediamo con ordine. Il progetto AURA nasce nel 1996 ad opera di Giovanni TrottaAngelo Cerquaglia e Giuseppe Bruno, tre amici che intendono divertirsi con la musica. Il loro background affonda nel rock prog anni ’70 e nel metal degli anni ’80 e ’90. La band ha all’attivo ben 4 demo, un full-lenght (“A different View From The Same Side”) e un’intensa e invidiabile attività live, che li vede tra l’altro sul palco dell’Agglutination Metal Festival nel 1998 e su quello dell’ITim Tour nel 2004. In questi anni numerosi gli avvicendamenti nella line up, fino ad arrivare agli AURA di oggi e all’uscita di “Deliverance”, concept album che racconta del viaggio onirico di un uomo nelle terre di Palestina.

Come già accennato, avventurarsi nei territori del progressive rock non è esattamente cosa semplice: il genere richiede abilità strumentali non indifferenti e di contro si rischia di lasciarsi sopraffare proprio dagli aspetti tecnici, tanto da ottenere prodotti spesso perfetti ma privi di anima e passione, di emozioni da suonare e trasmettere, e che quindi risultano freddi e noiosi.

Gli AURA dimostrano, invece, di saper coniugare tecnica e passione: “Deliverance” trasporta l’ascoltare attraverso le terre di questo viaggio immaginario con una facilità di ascolto non comune. Le radici in cui affonda la genesi di questo cd sono piuttosto evidenti: gli onnipresenti Dream Theater su tutti, ma anche YesDeep Purple, come dicono loro stessi il rock prog anni ’70. Eppure i ragazzi non sono cloni di nessuno e hanno saputo amalgamare il tutto in una miscela non priva di stile e originalità. Unica pecca: la voce del cantante, nonché batterista, Giovanni Trotta. Non che sia male, ma il genere richiede spunti che l’interpretazione un po’ troppo monocorde del singer non ha. Per il resto, un cd degno di nota, a cominciare dall’opener “The Arrival”, brano davvero di classe, decisamente sul versante anni ’70, nel quale il vocalist sembra trovarsi più a suo agio, ottenendo i risultati migliori. “In My Memories”, pur se godibile nel complesso, non risalta in modo particolare, soprattutto per quanto riguarda le parti vocali, un po’ piatte rispetto alla complessità delle soluzioni ritmiche utilizzate. “Egypt’s Call” al contrario si fa notare subito per il bel riff molto anni ’70, anche se in diversi passaggi l’influenza dei Dream Theater fa più che capolino. Per diventare poi sfacciata in “The Eden’s Tree”, uno degli episodi migliori del lotto, nulla da invidiare ai maestri di oltreoceano. Spettacolare “Efraim”, primo dei due brani strumentali del cd, in cui gli AURA fanno mostra delle loro indubbie capacità tecniche, pur non risultando affatto noiosi, tutt’altro: se ve lo dice una che non spassiona per nulla per le track strumentali, potete crederci!

E se “A Candle’s Dream” non convince pienamente, ci pensa “The Bridge Of Silence” a riassestare le cose: bellissima ballad sullo stile di Petrucci e soci, forse il brano meglio riuscito.

Originale la ritmica di “The Glorious Day” e di nuovo ballad degna di nota la successiva “The Last Stand”. Chiude il tutto “Resurrection”, l’altro pezzo strumentale del cd, anche questo davvero godibile e prova di quale sia il potenziale della band salernitana.

Anche se il prog rock non è tra i vostri preferiti (come per la sottoscritta peraltro…), state quindi sicuri che “Deliverance” non vi lascerà comunque indifferenti. Certo, resta da sistemare qualche piccolo dettaglio, ma la proposta degli AURA è più che valida e sarà interessante vedere quello che saranno capaci di combinare in futuro.

 

Luy C.

 

TrackList

1. The Arrival

2. In My Memories

3. Egypt’s Call

4. The Eden’s Tree

5. Efraim

6. A Candle’s Dream

7. The Bridge Of Silence

8. The Glorious Day

9. The Last Stand

10. Resurrection

 

  • Anno: 2011
  • Etichetta: Spider Rock Promotion
  • Genere: Progressive Rock

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