Voto: 5

In principio furono gli Evanescence a contaminare il loro goth metal con elementi pop e “da classifica” (e come sempre dico, non è necessariamente un male patinare le proprie composizioni in modo da essere accattivanti), mentre altre band dello stesso periodo viravano decisamente verso il lato heavy di questo genere, come ad esempio i Nightwish e Whithin Temptation. Il punto di incontro di queste bands è sicuramente l’amore per le atmosfere vampiresche e decadenti, la passione per il gotico e l’oscuro (inteso in senso dandy…contrapponendosi magari alle occulte caratteristiche del doom o del black).

Da un punto di vista prettamente musicale le incisioni di questo genere hanno dei propri trademark come, ad esempio, gli arpeggi di pianoforte in stile romantico, la voce quasi lirica (a volte del tutto da soprano) e le orchestrazioni…la misura della potenza sonica e dell’aggressività fanno la differenza. I nostri propongono un goth rock molto melodico e contaminato più dal pop che dal metal e tutto sommato non se la cavano male, solo semplicemente (come già il titolo suggerisce) ascoltarlo mi trasmette “sofferenza e passione”.

Mi spiego meglio…la band dimostra di avere “assorbito” come una sugna le caratteristiche proprie del rock gotico, ma risulta essere ancora carente in alcune scelte, poco incisiva e ripetitiva. Insomma i ragazzi devono ancora maturare sotto l’aspetto compositivo (ed alcuni tecnico). La sofferenza la provo già nella intro (“Revenge”), quando il timbro oscuro di synth suona come registrato con la scheda audio interna di un pc, offrendo un risultato molto discutibile. Per fortuna l’evoluzione è decisamente migliore ed il sound diventa subito più incisivo, potente e discretamente orchestrato.

Si passa alla prima vera song dell’album “Past Shadows” , non male fino al sec 15…quando entra una chitarra solista decisamente “out-of-tune”, che mi provoca il secondo colpo di sofferenza…il pezzo non è male ma consiglierei al chitarrista di rivedere un attimino la sua intonazione, dato che la cosa si ripete al min 1:41…la volontà’ di fare bene c’è…ma la chitarra è decisamente fuori stile….e fuori intonazione…sorry…io ho molto rispetto per tutti i colleghi musicisti, non è una critica distruttiva…ma un invito a limare le imperfezioni. C’è da dire che durante il “solo” finale la situazione è già leggermente migliorata. Il resto della band suona decisamente bene, anche se, la registrazione non gioca a loro favore, risultando poco definita ed un po’ spartana. La voce è intonata, piacevole ma un pizzico anonima. Salto subito alla traccia numero quattro (“Emotions”) che presenta una intro ed un riffing interessante, sicuramente la preferisco alle altre fino ad ora ascoltate; anche se il peso della band di Emy Lee si fa sentire di brutto.

Decisamente bella la successiva “Into My World” con un andamento simil progressive (avete presente certe songs dei Maiden???) trovo solo il tappeto di tastiere un tantino invadente, rispetto alla chitarra…un mixing migliore avrebbe reso il pezzo ancora più accattivante. Una sorta di inversione di tendenza si ha in “What We Were”, le tastiere creano un’atmosfera da film nella intro…bella davvero. Peccato per il resto del pezzo che mi sembra un tantino sempliciotto, nonostante un’ottima prova della singer. “Heaven’s Below” comincia con un venticello che vorrebbe essere una tempesta, ma risulta essere inutile e poco credibile…dato che quando inizia il pezzo l’atmosfera migliora decisamente, io lo leverei proprio. Effetti sonori a parte, questa è un’altra traccia interessante dell’album…un diamante un po’ grezzo…ma c’è…è presente. Un arpeggio clean di chitarra ci introduce a “Yellow Flowers”…e diciamolo, ho un debole per gli arpeggi sus…quindi promuovo questo pezzo che continua come ballata dark ispirata ed intensa, forse è il pezzo più bello del full leght. In “Crystal Tears” (nona traccia) fa capolino di nuovo il synth dell’inizio…il suono è decisamente migliorato nel frattempo (come se la band avesse acquistato maggiore sicurezza!), bellissimo il coro goth in sottofondo, un po’ meno il riffing ed il sound della tastiera principale. Chiude il disco un pezzo bello bello, peccato che il piano suoni un po’ “plin plin” ,se mi consentite il termine, le strings iniziali ricordano moltissimo quelle utilizzate dal grandissimo Jason Becker nella sua “Opus Pocus” (Album “Perpetual Burn”). Ancora una volta la registrazione non rende giustizia a questa band. In definitiva un F.L. che mi lascia l’amaro in bocca, non mi sento di bocciarlo, ma nemmeno di promuoverlo. Magari limando qualche carenza quà e là questo gruppo avrebbe sicuramente un impatto migliore e potrebbe offrirci un prodotto superiore a questo “Suffering And Passions”. Non mi resta che augurare loro buon lavoro e buona musica.

Luca Politanò

TrackList

01. Revenge

02. Past Shadows

03. Free Spirit

04. Emotions

05. Into My World

06. What We Were

07. Heaven’s Below

08. Yellow Flowers

09. Crystal Tears

10. I Lost My Serenity

 

  • Anno: 2010
  • Etichetta: Autoprodotto
  • Genere: Gothic Rock

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