Voto: 9
La fabbrica dell’acciao torna a scaldare le nostre menti ed infiammare i nostri corpi. A 3 anni di distanza dal precedente “The Serial Healer” la band capitanata dallo storico duo Pisoni/Tenca torna a travolgere il mondo del metal! Lo fa con un album di ottima fattura prodotto in Germania, paese adottivo della band, la quale vi ha sempre riscosso un gran successo!
Gli anni nella vita passano per tutti ma tutti ci dividiamo in 2 categorie, quelli che, tipo il vostro ex compagno di liceo, a 40 anni ne dimostra 60, e chi come voi ne dimostra 20, ecco gli Skanners oramai band matura, musicalmente è ancora giovane, nel senso buono della parola, cioè una band fresca e potente, che come il vino buono invecchiando migliora! Ma non perdiamoci in inutili chiacchiere e veniamo ad analizzare questo “Factory of Steel“.
L’inizio è affidato a “Never Give Up” ed è subito una fiammata metal senza compromessi, una botta spumeggiante di metal classico come nella migliore tradizione della band, headbanging assicurato, scambi chitarristici al fulmicotone per la coppia Tenca/Unterhauser! Sembra di ritornare ai tempi del mitico “Dirty Armada” che li lanciò nell’olimpo del metal italiano, ricordo ancora gli ottimi show di supporto al tour dei Manowar in quel di Milano (e uscire tra applausi fragorosi di fronte a “quel” pubblico è impresa da pochi) e poi al primo Monsters of Rock con Helloween e il mitico Dio (r.i.p.), nel lontano 1987, ma la carica è ancora quella con tanta maturità artistica in più!
“Iron Man” è un ottimo mid tempo che vi si stamperà facilmente in testa tormentandovi tutto il giorno, metal teutonico vicino agli Accept mi verrebbe da dire, e tanta qualità compositiva! Al contrario del precedente album qui non c’è un concept a guidare le song ma solo storie di vita e di palco della stessa band, ed eccomi così ad introdurre la title track! Mai titolo fu più azzeccato, il rumore di catene metalliche introduce un brano ancora una volta senza compromessi, il ritornello sconfina nel power più classico, ma non sfigura di fronte alla produzione più metallica della band, e il ritmo dettato dalla coppia Olivari/Kranauer (basso e batteria) coinvolge alla grande fino allo sfociare delle guitar sempre prodighe di riff e di solo assolutamente fantastici!
Questo è il classico album che vuole il metallaro duro e puro ed infatti ecco “Hard and Pure“, nessun cedimento alla commercialità e tanta coerenza nel proprio lavoro, questo sono gli Skanners del 2011 stessa attitudine del 1986, e questo è il brano che a mio avviso più li rappresenta in questo album! Coro da brividi lungo la schiena, che già infiamma le platee nei caldi live della band altoatesina, e un Pisoni assolutamente ai suoi massimi livelli con una voce graffiante come non mai, grandi! Già qui uno può ritenersi soddisfatto dell’album e neanche siamo alla metà..
“Thunder in my Hand” è letteralmente un tuono che ci colpisce con tutta la sua potenza, heavy metal come Dio (Ronnie James) comanda, mi chiedo, ma la vogliamo smettere di idolatrare band d’oltralpe quando abbiamo autentici Dei del metal come gli Skanners? Riempiamo i locali quando suonano loro e non le grandi aree per i soliti 3/4 nomi, qui si gioca la storia del metal, con chi ci crede a fondo, non con chi ormai pensa alle compagnie aeree al golf e menate varie.. Scusate lo sfogo e per calmarmi cosa c’è di meglio di “Story of Sound“?
Dopo tanto metallo colante e incandescente è il tempo di rilassarsi con una ballata hard rock carica di quelle melodie che solo noi italiani possiamo trasmettere in musica, e non cadete nel tranello ballad=ammosciamento, qui c’è una classe innata, delle chitarre da brivido, una voce unica! Riposati? Rilassati? Ok allora si riparte: “We Rock the Nations” ci riporta al sound tedesco, massiccio e potente, fiero come deve essere un brano smuovicapocce, altra song da live e da cori di gruppo, che prelude a “The Lord of Lies” altra metal song al 100% in cui lo spessore creativo degli Skanners non teme confronti, si perchè pur muovendosi in un terreno ormai già battuto da 30 anni a questa parte c’è sempre qualcosa di nuovo e di fresco in questo album, che non ha nulla di stantio, ma soprattutto che non ha nessun cedimento alle mode imperanti. Del resto se siamo sopravvissuti al grunge, al nu-metal e mode varie un motivo ci sarà!
“When I Look in Your Eyes” inizialmente ci spiazza, un introduzione pacata che però quasi subito si tramuta in ciò che deve, metallo sì devoto alla causa, ma con qualche apertura alla modernità, ehy non fraintendete non mi sto rimangiando quanto detto poco fa, solo che l’approccio può sembrare meno classico, ma ad ulteriore dimostrazione delle capacità compositve dei 5 ragazzi!
Siamo alla fine e quale conclusione migliore di “To Survive” un titolo un programma, mi espongo dicendo che data la particolarità del brano che vive solo di un tappeto di tastiere e chitarre acustiche con la voce narrante di Pisoni ci avviciniamo allo stile dei brani epici di Manowariana memoria, dove qui le gesta epiche raccontate sono quelle del trio Pisoni/Tenca/Unterhauser, degni eroi di un metallo che forse non c’è più perlomeno nell’atteggiamento di tanti giovani di oggi, ma nel quale loro credono e crederanno sempre! Non poteva esserci epilogo migliore di questo, alziamo le nostre spade in difesa di un metal che tanti vorrebbero vedere morto ma che noi difenderemo fino alla morte! Se non avete questo disco nella vostra collezione non potrete MAI considerarvi dei veri metallari, parola di Klaus!
Klaus Petrovic
TrackList
01. Never Give Up
02. Iron Man
03. Factory Of Steel
04. Hard And Pure
05. Thunger In My Hand
06. Story Of Sound
07. We Rock The Nation
08. The Lords Of The Lies
09. When I Look In Your Eyes
10. To Survive
- Anno: 2011
- Etichetta: SAOL/H’art/Zebralution
- Genere: Heavy Metal
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