Voto: 7

Portare avanti un progetto musicale nella troppo spesso dimenticata Sicilia (zona di Palermo, per la precisione) non è mai un compito semplice, ma la determinazione e la tenacia dei Tuam Nescis sono state più forti degli ostacoli di percorso. Il primo frutto delle fatiche di questi ragazzi è un ep di quattro brani, per poco più di un quarto d’ora di musica, dal titolo ‘Algophobia’.

Confesso che se dovessi etichettare la proposta dei Tuam Nescis mi troverei notevolmente in difficoltà, tanto l’ep in questione riesce a essere polimorfo, a dispetto della breve durata: la linea principale sembrerebbe essere quella del death metal, ma come vedremo questo prodotto contiene molto altro. Ad accomunare tutti i brani vi è comunque un’atmosfera sempre cupa, plumbea, tetra ed opprimente.

‘Anxiety’ sembra più il sottofondo musicale di una scena clou di un film horror (tipo quelle in cui la vittima, ignara di cosa troverà, sale le scale o si appresta ad aprire una porta, per intenderci) che non l’opener di un disco metal; all’inizio uno pensa che si tratti di un’introduzione, invece tutto il brano si sviluppa cosi, per poi culminare in un crescendo finale con l’ingresso delle chitarre nell’ultima decina di secondi.

Qualche nota di basso, e poi la title-track ‘Algophobia’ esplode con tutta la sua aggressività, facendo entrare l’ep nella sua parte più spiccatamente death metal, seppur con tutte le precauzioni del caso: le principali divagazioni sono imputabili alle tastiere, non usate in maniera simile alle band del panorama nordico per creare melodie di sfondo, bensì protagoniste primarie di alcuni momenti dall’atmosfera piuttosto inquietante che spezzano il brano facendo presagire dei successivi climax. Va detto inoltre che la prima parte del brano è molto veloce e tirata, dal sapore più moderno (complice una voce a metà tra scream e growl), mentre dopo il secondo intervento delle tastiere si sfocia in un death più rallentato, molto riconducibile ai primi Morbid Angel, con un vocione growl molto potente e marcio al punto giusto.

É su questa strada che procede ‘Transplants’, con un sound che risulta addirittura più tetro di quello di ‘Algophobia’ grazie a note più basse e ad alcuni stop & go veramente micidiali che lasciano spazio ad alcuni riffs più thrash che death (chi ha detto Sepultura?). Poi, verso la metà del brano, quando uno pensa di averne ormai intuito lo svolgimento, tornano a fare capolino le tastiere, facendo questa volta prima da accompagnamento ad un arpeggio con sopra una voce parlata incisiva e maligna, e poi da sottofondo ad una strofa, creando un atmosfera opprimente. Nel finale del brano tornano gli stop e le ripartenze, con maggiori accelerazioni.

A questo punto uno inizia a pensare che ‘Anxiety’ fosse solo un intro, e si aspetta un altro pezzo più o meno death metal, sulla linea dei precedenti; e invece ‘Calvario’ riprende la linea psico-horror dell’opener, rivelandosi un brano ambient lento, cadenzato, con note sparse pesanti come macigni. Ma la cosa bella è che ciò non va assolutamente in contraddizione con l’aggressività sonora dei minuti antistanti, bensì sembra rappresentarne la naturale prosecuzione.

Solitamente tendo a non sbilanciarmi troppo recensendo lavori brevi o con un numero di pezzi limitato, ma ogni tanto è lecito fare un’eccezione: ‘Algophobia’ è veramente un prodotto ben riuscito, che non si limita a ricalcare strade già percorse ma cerca qualcosa di alternativo. Nell’attesa di un full-lenght (che ovviamente permetterà di giudicare più organicamente la band), faccio i miei complimenti ai Tuam Nescis.

 

Francesco Salvatori

 

TrackList

  1. Anxiety
  2. Algophobia
  3. Transplants
  4. Calvario

 

  • Anno: 2010
  • Etichetta: Autoprodotto
  • Genere: Blackened Death Metal

 

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