Voto: 8

Delle colonne portanti di tutto il metallo italiano, veterani del genere con più di 30 anni di attività (la band nasce ufficialmente nel 1977) e tra dischi in studio, raccolte e live sono una delle formazioni storiche del panorama Heavy di casa nostra, al pari di gente come i milanesi Vanadium e i livornesi Strana Officina.
Un piccolo accenno biografico di questo grande gruppo non deve mancare: nascono appunto nel ’77 dall’incontro di due menti pazze quali Paul Chain e Steve Sylvester, nomi d’arte in inglese anche se i membri sono tutti italiani, dopo vari demo e singles, qualche anno dopo, nel 1984 la band si scioglie con il conseguente abbandono di Chain, nell’88 Steve ci riprova e con una formazione tutta nuova comincia l’avventura vera e propria, che ancora oggi continua anche se attualmente è in una fase di congedo; è bene ricordare anche per chi non mastica tanto i generi duri che il nome “Death SS” non è un’allusione al nazismo o  cose simili (i dischi in Germania sono stati banditi per un certo periodo proprio per questo, tanto che Steve dovette cambiare il nome in “Sylvester’s Death“), ma nasce dalla mente di Sylvester , il termine infatti significa “In Death of Steve Sylvester“, che poi darà il titolo al disco d’esordio del combo pesarese.
Il ’77 è un anno importante per la musica dura, in Inghilterra nasce il Punk che incontrandosi con il mondo metallaro dell’epoca darà vita al movimento più importante in ambito metal, la NWOBHM (New Wave of British Heavy Metal), ma siamo oltremanica e si sa che l’Italia provinciale non è abituata a chitarre distorte al massimo, urli acutissimi, riff suonati alla velocità della luce e capelloni in pelle che cantano.
Death SS nascono in qualche modo da questo contesto, Sylvester fonda il gruppo successivamente ad un viaggio proprio a Londra   e acquistati dischi di RamonesSex Pistols ecc… recluta individui strani quanto lui e inizia il progetto. Ad affiancare le influenze musicali sono la passione di  Steve per l’occulto, lo spiritismo, i film horror e il glam rock (KissAlice Cooper), da tutto questo inventano il genere Horror Music, Heavy/Speed/Doom e Black (più per l’iconografia che per la musica anche perchè il black ancora non è un genere ben definito) messi insieme che creano un sound unico e originale.
Il primo disco ufficiale è quindi “In Death of Steve Sylvester“, pubblicato nel 1988 dalla Metalmaster, in realtà molti dei pezzi fanno parte di demo risalenti ai primi anni ’80. Atmosfere cupe e dark già si sentono dalla prima track, “Vampire” e tra pipistrelli, voci maligne draculiane, il brano coinvolge subito, un Heavy/Speed molto New Wave sound, priestiano direi, dallo speed si passa al doom del ritornello con assoli decisamente hard rock, il cantato oscuro di Sylvester condisce il tutto; meno orecchiabile è “Death“, più lenta, con un riff centrale e l’accentuamento della batteria, più potente e bellissima è la rocciosa “Black Mummy“, il doom lo si ritrova all’inizio e nel ritornello, brano fantastico dal punto di vista musicale, chitarre amplificate al massimo, batteria martellante e atmosfere maligne che aleggiano nell’aria; non è da meno “Zombie” che insieme a “Vampire” e “Terror“, fa parte dei cavalli di battaglia del gruppo, immancabile in ogni loro live, il riff di chitarra già si fà sentire all’inizio del pezzo dopo il primo ritornello e nella seconda parte, magistralmente eseguito, un pezzo che non presenta cambi di velocità; diversa è “Werewolf“, il doom che incontra ancora una volta lo speed ,all’inizio sentiamo pure un lupo mannaro ululare, immancabile elemento horror, ancora riff priestiani, l’influenza del metal britannico si sente eccome tutto sommato poi in tutto il disco. “Terror” è un capolavoro, tra le migliori qui, atmosfera degna dei più inquietanti film dell’orrore, il ritornello si ha solo a metà del brano, poi con un successivo giro di basso c’è il riff chitarristico, pezzo che merita più di essere ascoltato che descritto; trova posto pure una cover di “I love the dead“, brano di Alice Cooper, fonte di ispirazione per Sylvester & soci, specialmente dal punto di vista del look ; “Murder Angels” scioccante già dal titolo risulta come la più veloce , non mi vogliano male i fan ma si sente qualche pizzico di power (Helloween degli esordi), riff bellissimo, una delle migliori del disco; chiude l’opera (nalla versione cd, non nel lp originale dell’epoca..N.d. Klaus) “In Ancient days“, pezzo fuori dai canoni, un pò strano, perchè si sente un pò di tutto qui dentro, da un organo iniziale, ad una chitarra classica fino addirittura al sax, è un brano orecchiabilissimo, quasi pop, ovviamente il metal non manca, le chitarre elettriche fanno da sfondo a tutto.
Un disco d’esordio fantastico, originale, non tutto uguale ma anzi che varia da una canzone all’altra, album che porta l’atmosfera della NWOBHM a casa nostra, in un’Italia che a fine anni ’80, di metallo mastica poco (da noi l’Heavy arriva con leggero ritardo!). Un gruppo che ha contribuito a dare smalto ad un genere criticatissimo qui da noi ma che finalmente vanta dei grandi artisti, famosi più all’estero che qui.
Quindi da comprare assolutamente (è uscita qualche anno fa la ristampa in cd con 2 bonus track come dicevo prima, l’altra è “Come to the sabbath” versione live N.d. Klaus) e un consiglio: da ascoltare al buio, fa più effetto!
Sonia Giomarelli

 

TrackList

1. Vampire

2. Death

3. Black Mummy

4. + Zombie

5. Werefolf

6. Terror

7. I Love the Dead

8. The Hanged Ballad

9. Murder Angels

 

  • Anno: 1988
  • Etichetta: Metal Master
  • Genere: Horror/Heavy Metal

 

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