Voto: 9

È con vero piacere che saluto il ritorno sulle scene di The Black, creatura di Mario “The Black” Di Donato, una delle figure più carismatiche e di culto del panorama hard & heavy italiano, forse più apprezzato all’estero che in patria, come spesso capita in questi casi. Musicista e pittore, il nostro, coadiuvato dal fido bassista Enio Nicolini e dal batterista Gianluca Bracciale, e sotto l’ala protettrice della Black Widow Records, fa uscire Gorgoni, un concept album su CD e in doppio LP a tiratura limitata dedicato alle omonime figure della mitologia greca, ossia le tre sorelle Medusa, Steno ed Euriale.

Ecco come le descrive Wikipedia: “Di aspetto mostruoso, avevano ali d’oro, mani con artigli di bronzo, zanne di cinghiale e serpenti al posto dei capelli e chiunque le guardasse direttamente negli occhi rimaneva pietrificato. La gorgone per antonomasia era Medusa, unica mortale fra le tre e loro regina, che, per volere di Persefone, era la custode degli Inferi. Le Gorgoni rappresentavano la perversione nelle sue tre forme: Euriale rappresentava la perversione sessuale, Steno la perversione morale e Medusa la perversione intellettuale”.

Parafrasando questa descrizione, si potrebbe dire che si rimane, se non pietrificati, almeno impressionati nell’ascoltare la musica proposta nelle 14 tracce del disco, che, per la cronaca, è il settimo sulla lunga distanza per il combo abruzzese. Anzitutto, colpisce come sempre la scelta del cantato in lingua latina, che conferisce un’aura ancor più ancestrale e cupamente fascinosa alle partiture musicali. Inoltre, la copertina, disegnata dallo stesso Di Donato, è una splendida e magnetica (occhio alla sindrome di Stendhal!) rivisitazione personale del celebre quadro caravaggesco di fine Cinquecento.

Infine, la musica in sé: 78 minuti di doom metal con venature progressive (d’altronde, la Black Widow è un’etichetta da sempre specializzata in questo tipo di sonorità), esaltato da una produzione di alto livello e suonato da musicisti che, oltre ad avere un gran bagaglio tecnico, questi suoni li hanno nel sangue e, soprattutto, nel cuore. L’atmosfera è molto diversificata, obiettivo non facile da raggiungere all’interno di un macrogenere come il doom, di per sé piuttosto monolitico e che non offre grande libertà di manovra. Esemplari, a tale riguardo, “Monstrum” e “Medusa”, brani dai classici stilemi doom ma tuttavia dotati di una struttura ritmica molto dinamica. La voce di Mario Di Donato è spesso pulita, a tratti più dark, declamatoria quanto basta per fare da perfetto collante alle tessiture musicali di tutte le canzoni, conferendo loro anche la giusta dose di “orecchiabilità” (tra virgolette per sottolineare che non si tratta certo di roba commerciale). “Perseus” ha un gusto decisamente progressivo che riconduce alla grande stagione del prog rock italiano degli anni Settanta, mescolato a passaggi heavy/doom di matrice sabbathiana, mentre “Phorcus” dà battaglia con i suoi riff roboanti e fa apprezzare il gran lavoro di basso da parte di Nicolini e la potenza muscolare della batteria di Bracciale, capace anche di ficcanti stop and go. “Steno” è una galoppata doom di rara incisività, in cui Di Donato non ha paura di sperimentare con sonorità “acide” mediante la sua sei corde nei momenti più cadenzati, “Pegasus” alterna velocità a momenti lenti (bello l’assolo), la micidiale “Serpentis” coniuga Black Sabbath e Motörhead, “In Lapidem Muto” è un’arcana ballata dal sapore epic doom con fraseggi chitarristici di assoluto pregio, “Altamir” (che vede la partecipazione di Thomas Hand Chaste, ex batterista dei primi Death SS) è uno strumentale in cui spiccano un organo solenne e una chitarra piena di effetti. E arriviamo così al piatto forte del disco. Dulcis in fundo, come si dice in latino. “Metamorphoses” è un’ambiziosa suite strumentale divisa in quattro movimenti, sintetizzabili ciascuno con i seguenti aggettivi: atmosferico, angosciante, minaccioso, catartico.

Ricordando che di recente è stata ripubblicata su un doppio CD, The Story 1985-’92, tutta la discografia dei Requiem, la prima band di Mario Di Donato, non posso che consigliarvi caldamente Gorgoni, uno dei migliori lavori di metallo italiano usciti quest’anno. Il Metal Mentis di The Black è tornato ed è qui per restare, confermando che il trio pescarese sta alla scena doom italiana ed europea come i Saint Vitus stanno a quella americana. Ad ulteriore prova del valore artistico di Di Donato, segnalo che in dicembre Mario riceverà a Pescara il premio “Dante Alighieri” per aver contribuito a diffondere il nome della Regione Abruzzo al di fuori dei confini nazionali. Imprescindibile!

 

Costantino Andruzzi

 

TrackList

01. Proludium

02. Monstrum

03. Medusa

04. Perseus

05. Euriale

06. Phorcus

07. Steno

08. Obscuritas

09. Pegasus

10. Serpentis

11. In Lapidem Muto

12. Occumbere Mortem

13. Altamir

14. Metamorphoses

 

  • Anno: 2010
  • Etichetta: Black Widow Records
  • Genere: Heavy Metal

 

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