Voto: 9

Nati dalle ceneri dei Nocturnal Path nel 2009 in quel di Oristano, i Simulacro, per essere al primissimo demo, non scherzano affatto già dai loro testi battaglieri pieni di odio verso il cristianesimo tutto, tra l’altro proclamando addirittura una rivoluzione di massa contro di esso manco si stesse trattando di un gruppo anarco-comunista! Ed il demo omonimo, pubblicato in maniera completamente indipendente l’8 Settembre di quest’anno, di 4 pezzi per un totale di circa 13 minuti offerto da questo quartetto sardo (Xul e Thaniey voce e chitarre, Legion Mm basso, Anamnesi batteria) risponde in effetti ad una rabbia collettiva che pochissimo concede ai solismi preferendo quindi per un approccio più compatto ed istintivo, e sta di fatto che da queste parti viene offerto un solo assolo di chitarra, ossia nell’unica “Shattered Hopes”, pezzo che fra l’altro è un vero massacro anche perché dura persino circa un minuto e 20 secondi, cosa che mi stupisce dato che si riesce in così poco tempo, soprattutto grazie al succitato solismo, a spaccare in 4000 pezzi i timpani dell’ascoltatore.

Ma questo tipo di rabbia bestiale, accentuata inoltre dai due cantanti che avanzano impietosamente a suon di profondi grugniti piuttosto caratteristici del death metal – ergo non troppo cupi – e delle urla a volte spaventosamente sgraziate e grezze (niente di acuto tranquilli però sempre un’esperienza poco rassicurante) come in “Salvation”, utilizzando fra l’altro con una buona frequenza delle velenose sovraincisioni, è del resto decisamente tipica dell’impatto del black/death, eppure vi è una particolarità che ho apprezzato molto, ossia le tastiere, le quali secondo me riescono spesso nell’impresa di imbottire tutto l’insieme di una pericolosa e grandiosa atmosfera black metal. Sono tastiere non dal piglio proprio catacombale come ci si potrebbe aspettare da un gruppo del genere dato che qui hanno un suono piuttosto brillante se non addirittura “angelico” come nel finale profetico dell’ottima “Salvation”, ma anche per quanto riguarda tale strumento si riesce a toccare una buona varietà e fantasia, pure dal punto di vista atmosferico come nella dissonanza malata e quasi attendista dei primi momenti di “The Dream” oppure nella conclusiva ipnosi ossessiva della seguente “The Awakening”, e stavolta vengono assunte tonalità molto più basse del solito pur non essendo esattamente cupe. E si ricordi che le tastiere di solito suonano quasi sempre le stesse note che propongono le chitarre e comunque, non essendoci un membro che si occupi in maniera esclusiva delle tastiere, queste ovviamente non sono sempre presenti.

Inoltre, per chi vuole una masnada infinita di tempi veloci come può accadere nei Bestial Warlust o negli altrettanto australiani Destruktor (un po’ più thrash ma vabbè…), si dovrà presto ricredere in quanto i Simulacro li mettono da parte in non poche occasioni sciorinando una bella serie di tempi più lenti, talvolta dal sapore più doom proponendo addirittura, come nel finale di “Salvation”, una vera e propria marcia militare, tra l’altro azzeccatissima per dare un colpo di grazia che sa di profezia senza pietà contro la cristianità facendola risaltare maggiormente con le sopraccitate tastiere “angeliche”. Quindi, viene proposto un buon equilibrio fra i diversi tipi di tempo, i quali spesso, in una sola determinata soluzione musicale, possono essere abbastanza schizofrenici offrendo per esempio prima dei tupa-tupa non molto estremi e poi dei lancinanti blast-beats in modo da offrire talvolta un turbinio di cambi di tempo bello devastante, seppur non così esagerato.

Un’altra caratteristica a mio avviso particolarmente interessante della musica dei nostri è l’effettistica che nel demo si usa, a dire il vero non così frequente ma neanche così poco importante. Da tale punto di vista, sono i vocalizzi i primi implicati visto che spesso vengono manipolati, sia in un modo sia in un altro, magari innestando su di essi un cosiddetto effetto di lontananza che rende quasi cavernoso il lavoro vocale, oppure ce n’è un altro che estremizza l’effetto sopraccitato disturbando ancora di più la voce in modo da regalarle una follia omicida che mi ha rimandato immediatamente ai pazzi finlandesi degli Izual, di cui raccomando vivamente il loro “Black Metal Warfare” di 2 anni fa. Ma l’effettistica però non si ferma semplicemente qui, visto che talvolta si riesce a rendere tutto il discorso in maniera quasi caotica infilando dentro un effetto che non modifica assolutamente nessuno strumento, e si avvicina più o meno ad un qualcosa che assomiglia ad un dannato sospiro. Anche le chitarre, come in “Salvation”, vengono manipolate in modo da farle diventare quasi spettrali e pericolosamente sfuggenti aggiungendo così al tutto un qualcosa di minaccioso che in un gruppo del genere è sempre ben accetto.

Merita una trattazione anche la struttura-tipo dei pezzi offerta dai Simulacro, visto che è una struttura dal taglio spesso piuttosto libero di cui la massima espressione in tal senso è rappresentata da “The Dream”, pur sciorinando talvolta, anche se solo nei primi momenti (infatti successivamente in qualsiasi canzone non viene mai più ripresa nessuna delle due), una sequenza a due soluzioni (qualcuno direbbe a strofa-ritornello) come in “The Awakening”. Inoltre, l’andamento della musica in tale sede procede in maniera piuttosto lenta, anche perché può succedere che uno stesso passaggio musicale venga sottoposto ad una ripetizione di 8 battute, come succede esattamente nell’ultimo episodio citato (che fra l’altro risulta costituito da un riffing a tratti schizoide, e non è neanche il solo, e da tale punto di vista vale tantissimo anche “Shattered Hopes”, anche se alla fine l’effetto mi pare molto meno disturbante e schizofrenico come invece al contrario avviene benissimo nei siciliani Aposthate), e quindi si vive un po’ di questo paradosso fra una bestialità senza compromessi ed un taglio un po’ più statico e “tranquillizzante”.

La produzione del demo è piuttosto pulita ma non troppo, tutti gli strumenti si sentono benissimo, anche se l’unica eccezione è rappresentata dal basso, che se non sbaglio è stato purtroppo messo molto in secondo piano così che non si possa essere sopraffatti dalla pesantezza greve del 4 corde, ed inoltre, ma ciò succede solo in “The Dream”, una delle chitarre non è che si senta poi così ottimamente. Mi pare molto interessante e coraggiosa l’idea di allontanare (ma non troppo) talvolta un po’ la voce in quanto così facendo non si viene aiutati dalla compattezza della produzione impostata sulle frequenze medie, cercando quindi in sé stessa l’impatto.

Insomma, gran bel demo che hanno fatto i Simulacro che, nonostante siano ancora piuttosto giovini, hanno già le idee belle chiare sulla propria musica, la quale risulta ricca d’intensità senza mai sbagliare un colpo, azzeccando tutti gli stacchi (curiosamente e non convenzionalmente dominati in maniera quasi esclusiva da una batteria impazzita), le ripartenze e compagnia bella. In futuro però vorrei verificare ancora di più i solismi di chitarra, in quanto l’unico che c’è, piuttosto semplice ed un pochetto minimalista, è a dir poco ottimo ed assolutamente perfetto come conclusione di “Shattered Hopes”. E metterei inoltre un bel tastierista cazzuto in pianta stabile così da sfruttare maggiormente le ottime potenzialità che il quartetto si ritrova appresso, anche perché mi pare sprizzare una bella originalità.

Claustrofobia

 

TrackList

01.The Dream

02.The Awakening

03.Shattered Hopes

04.Salvation

 

  • Anno: 2010
  • Etichetta: Autoprodotto
  • Genere: Black/Death Metal

 

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