A pochi mesi di distanza dall’ep ‘WTF?!’ che faceva da apripista, tornano con il loro secondo full lenght i perugini Snakebite. Lo fanno alla grande per svariati motivi, prima di tutto l’album esce per la neonata etichetta Bologna Rock City Records, nata come costola della omonima agenzia della quale la band fa parte ormai da anni nel roster, e soprattutto perchè quel processo di maturazione che definivo ormai a compimento nella precedente recensione dell’ep, fa un ulteriore passo in avanti.

Si gli Snakebite possono ormai considerarsi tra le migliori band del genere in circolazione in Italia, la maturità è avvenuta grazie anche ai molti live di supporto a band di valore, XYZBullet Train e Quireboys tra i primi che mi vengono in mente, quella attività live che è il fulcro per potersi migliorare o affondare definitivamente. In questo caso come avete capito è servita a migliorare e neanche poco, si perchè “Love Hurts…Snake Bites” si pone nella top 3 degli album italiani del genere, proposto, di questo 2010 ormai alla fine. L’album si compone di undici brani, di cui 4 già presenti nel precedente ep, ma qui risuonati e riarrangiati al meglio, anche con la presenza del nuovo bassista Robbie, che va a completare una formazione ora veramente massiccia! Si parte alla grande con “Playground Generation” e si capisce subito che i tempi dell’esordio “Sleep, when I’Am Dead“, in cui potevamo accostare la band ai Poison del primo album, con song quasi pop (ho detto quasi perchè rimane un grande album Look..) son decisamente passati, qui si fa sul serio, suoni duri, direi hard rock più che street, ottimi cori, e maturità compositiva veramente buona.

Di “Love Me or Leave Me” avevo già parlato bene la volta precedente, e adesso che è stato rinfrescato non posso che confermarne la bellezza e l’ottimo arrangiamento, che ne fanno uno dei cavalli di battaglia in sede live, e stavolta lo posso dire essendo finalmente riuscito nell’intento di vederli live come da mio report. A seguire un trittico di nuovi brani che confermano l’impressione iniziale di maturazione e originalità, qui non si tende più all’influenza totale ma ci si mette del proprio ” Naive Odd Character” è melodica quanto basta e diretta come deve essere, “Pure Like You” è il classico brano sleazy, non avrebbe sfigurato in qualche album degli Hanoi Rocks dei tempi che furono, ottimo il lavoro delle chitarre, bello l’arpeggio centrale, il basso ricama il ritmo e la batteria suona dura, il refrain è assimilabile, insomma ottimo. “No Way” ha un che di risentito, ma si propone come il brano più duro del lotto, nel quale Smoke dialoga più che cantare, cosa che sinceramente non riesce a convicermi più di tanto nonostante poi le chitarre facciano un bel lavoro e riportino il brano a livelli eccelsi.

La già conosciuta “Play in Hell” in questa nuova veste è ancora più bella, senza dubbio la più “street glam” del lotto, ma non pensiate a una canzoncina qualsiasi, qui c’è tutto il marcio del rock’n’roll e resta sempre e comunque una delle mie preferite, con un refrain da hit che non scorderete facilmente e vi troverete a cantare spesso nell’arco della giornata per scacciare i rompimenti e le delusioni che spesso aleggiano nella nostra vita. Particolare risulta “Bad Karma“, tellurica la sezione ritmica di Robbie e Kendy sulla quale si sprigiona un sound grezzo e duro, un pò fuori dal contesto dell’album. “City of Rain” è invece bella spumeggiante, buoni riff di chitarra da Smoke e Rikki, ritmi sostenuti e break, ottimo groove e ripartenze r’n’r che spingono a muovere il corpo senza sosta. La già conosciuta “Red House” è il classico brano da party, niente fronzoli solo tanto sano r’n’r, altro che la musicaccia propinata dai media televisivi, qui il divertimento è assicurato e questa nuova versione è ancora più graffiante!

Tocca poi al classico per antonomasia degli Snakebite quella “Sleep When I’m Dead” che per me resta un gradino sopra al resto, quanto di meglio si possa volere da chi suona street! Melodia, acustica, ritmo, riff, solos, completo al 100%! Il finale è affidato a “Scary Kitchen” che conferma le capacità compositive della band, mai ripetitiva, mai avvolta su se stessa, ma sempre proiettata a offrire brani coinvolgenti, di impatto ma non semplici canzonette usa e getta. La colonna sonora dei vostri party, delle serate piene di figa e di giovanotti tatuati, è arrivata.

Nulla da eccepire, il quartetto perugino è la speranza italiana per combattere l’invasione scandinava, a volte troppo sopravvalutata! Un plauso anche per l’ottima produzione e per l’artwork ben curato, quindi se amate quel sound che ha reso famose band come TuffHanoi RocksPoisonUgly Kid JoeWarrant e Motley Crue, non resta che una cosa da dire.. Buy or Die!!

 

Klaus Petrovic

 

  • Anno: 2010
  • Etichetta: Bologna Rock City Records
  • Genere: Hard Rock

 

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