Voto: 7.5
Sarà l’atmosfera purple in copertina, sarà che già dal nome si capiscono tante cose di una band… fatto sta che questa recensione ha conciliato il dovere (scrivere appunto la recensione) con un grande piacere (ascoltare il cd). Il lavoro della band romana degli Skull Daze promette grinta fin dall’inizio.
“Back to Hell” è un’opening track potente e dura, con suoni a tratti più heavy che hard rock. E forse un pò in contrasto con la voce del gruppo (Johnny Rainbow) più marcatamente glam metal.
Con “Nothing” si torna a suoni meno massicci. Il che non significa meno potenti. Un pezzo decisamente à la Hardcore Superstar, con un ritornello accattivante e “poghereccio”.
Anche “Heartbreak City” rimanda alle sonarità svedesi, stavolta però più simili a quelle dello sleaze glam di nuova generazione (Chrasdiet, per intenderci). Pezzo meno scanzonato e per certi aspetti più granitico, che lascia il posto alla successiva traccia “Believe”. Un pezzo incazzato fin dalle prime note, in cui spadroneggiano batteria e chitarra, perfetto anche per la voce BlackieLawlessiana di Johnny.
I toni si abbassano e la rabbia si placa (sempre relativamente) con “Turn it Down”, unico punto debole dell’album al momento. Quella che potremmo definire una piccola parentesi d’indecisione musicale, in cui non mi appare chiara la direzione che la band ha voluto dare al brano, che sia come suond che come voce suona purtroppo un pò fiacco.
Poi arriva “Beware” e ti dimentichi completamente della piccola parentesi d’indecisione di prima. Un pezzo che ti ritrovi a cantare al terzo ascolto, aggressivo e trascinante, travolgente. Uno di quei pezzi che, anche se non hai mai suonato uno strumento in vita tua, ti proietta su un immaginario palco a suonare e scapellare con il piede sull’amplificatore spia. La verità è che sei solo nella tua stanzetta, e alla realtà ci torni con “Heartless Love”, brano meno grintoso che ci permette di tirare un attimo il fiato dopo la furiosa scapellata immaginaria di prima. Che non definirei propriamente il lento dell’album perchè i suoni, per quanto molto melodici e nostalgici, rimangono sempre ancorati alla grinta che ci han accompagnati fino a quì. Seguono “Dirty Girl” e “Nowhere to Run”, il primo pezzo più scanzonato (con un titolo così!) in vecchio stile Hardcore Superstar. Notevole la vaga somiglianza con “Someone Special” dei succitati scandinavi. Il secondo decisamente più duro, cattivo. Serio. Cupo. Fa trasparire una sorta di velata disillusione, una specie di impercettibile spleen che lo rende a tratti anche vagamente malinconico.
Finale col botto con “Sex Drugs and Rock’n’Roll” che promette e mantiene nei suoni la triade molesta e ribelle tipica del rock’n’roll, con venature decisamente sleaze/punk, sempre di matrice scandinava. Chiude in bellezza un album decisamente discreto e ben prodotto, facendoci tirare il fiato fino all’ultimo con un susseguirsi di ritmi mai troppo lenti o soporiferi, dove si alternano momenti di estrema euforia da party a momenti in cui si ritorna alla realtà, e ad un sound meno frivolo.
Niente di nuovo sotto il sole forse, ma un’ottima dimostrazione di glam metal all’italiana. Che in tempi come questi, d’invasione nordica, non è poco.
Viper Martini
TrackList
01-Intro
02-Back to Hell
03-Heartbreak City
04-Believe
05-Turn it Down
06-Beware
07-Heartless Love
08-Dirty Girl
09-Nowhere to Run
10-Sex Drugs and rock ‘n Roll
- Anno: 2010
- Etichetta: Street Symphonies Records
- Genere: Hard Rock/Heavy Metal
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