Voto: 8.5

Correva l’anno 1989 quando gli Schizo irrompevano sulle scene musicali del Belpaese con il loro disco di debutto, Main Frame Collapse, che all’epoca passò quasi inosservato o, peggio, fu snobbato dai “benpensanti”, mentre oggi viene osannato come disco “storico”, “seminale”, “antesignano” e chi più ne ha più ne metta. Senza ricorrere a tali iperboli, si può senz’altro dire che trattasi di un album con cui il quartetto catanese stava, forse inconsapevolmente, anticipando i tempi, propugnando un genere che allora praticamente non esisteva, almeno alle nostre latitudini, ossia un brutale incrocio fra thrash, death metal e hardcore. In altri termini, un disco di grindcore ante litteram, in cui confluivano influenze quali Hellhammer, Venom, primissimi Slayer e Sepultura, nonché Discharge. I tempi, soprattutto in Italia, non erano certo maturi per tali estremismi sonori e, se solo MFC fosse uscito un paio d’anni più tardi, avrebbe raccolto maggiori apprezzamenti, specialmente di critica, perché i fan lo hanno sempre venerato. “Violence at the Morgue” fa subito capire l’antifona: 1 minuto e 22 secondi di riff magmatici, batteria al fulmicotone e la voce isterica ma piuttosto “pulita” di Ingo, allora anche frontman dei Necrodeath. La registrazione è compressa e grezza come ben si conveniva al tempo a questo tipo di musica, e io quasi la rimpiango se penso alle iperproduzioni attuali, tutte a base di Pro Tools e una conforme all’altra. Il massacro continua in maniera più “ragionata” con “Threshold of Pain”, dove ritmi assassini si alternano a rallentamenti massicci, punteggiati dai brevi assolo di S.B. Reder, molto noisy. “Make Her Bleed Slowly” è una delle mie tracce preferite, in virtù di una struttura tanto semplice quanto accattivante (per quanto strano possa suonare l’uso di tale aggettivo); i ritmi sono per lo più scanditi, ma non mancano repentine e frenetiche accelerazioni. Il thrash-core di “Epileptic Void” è una realistica rappresentazione in musica del Caos Primordiale, così come “Psycho Terror”, scheggia impazzita che fa impallidire gente come Brujeria o Asesino. Pur in mezzo a cotanta ferocia, emerge una capacità tecnica tutt’altro che trascurabile da parte degli Schizo. “Manifold Hallucinations” mescola l’hardcore italiano di matrice Raw Power con il metal più estremo, mentre la title track, di quasi 6 minuti, risulta il brano più lungo ed elaborato, con una componente molto nera, cupa ed un impatto rabbrividente che ritroveremo in successive composizioni dei nostri, più mature e focalizzate. Acer in fundo, la breve “Delayed Death” spezza definitivamente le gambe con i suoi ritmi ultraveloci alternati a fraseggi mosh. Ricordiamo la formazione che realizzò questo lavoro di culto: Ingo (voce), S.B. Reder (chitarra), Alberto Penzin (basso), Carlo F. (batteria). Inoltre, segnalo che Main Frame Collapse, uscito su vinile nel 1989 per la defunta Flying Records e ristampato su CD nel 2006 da Avantgarde Music,  verrà a breve ristampato nuovamente su vinile, in tiratura limitata a 500 copie, da FOAD Records, etichetta di Giulio, voce dei Cripple Bastards, che ha appena ripubblicato anche Into the Macabre dei Necrodeath.

 

P.S. Seguono alcuni gustosi aneddoti che Alberto Penzin, membro fondatore degli Schizo, uscito dal gruppo nel 2007 e ora impegnato con Camera Obscura Two e Mondocane, mi ha gentilmente raccontato qualche settimana fa nel corso di una breve chiacchierata informale in esclusiva per Italia di Metallo.

 

Il cantante scelto per incidere le parti vocali di Main Frame Collapse doveva essere originariamente Chuck Schuldiner. Proprio lui, il compianto leader dei Death.

“Ricordo bene, agli inizi del 1988, le telefonate con Chuck e sua madre… Di solito lo svegliavo a metà mattina per via del fuso orario differente, ma lui era sempre affabile e cordiale, seppur di poche parole. Ci accordammo senza problemi per la trasvolata oceanica Miami-Roma-Catania, del resto eravamo in contatto anche ai tempi dei primi demo. Purtroppo, all’ultimo momento la Combat Records anticipò le registrazioni di Leprosy e lui dovette mollare il colpo per entrare subito nei Morrisound Studios con la nuova formazione dei Death nel medesimo periodo preventivato, così alla fine la sua presenza saltò. Non ci andò comunque male, visto che reclutammo Ingo, amico fraterno della prima ora e vocalist di primissimo livello. Il resto, come direbbe qualcuno, è storia (più o meno), alla faccia dei detrattori dell’epoca. 13 anni dopo, quando appresi della scomparsa di ‘Evil’ Chuck, ne fui profondamente dispiaciuto, inutile sottolinearlo”.

Main Frame Collapse avrebbe dovuto contenere un dodicesimo brano, ma quest’ultimo fu scartato.

“In pratica una frustata di 2’30” basata su un folle blast beat senza pausa alcuna. Ma, all’epoca, le sovraincisioni di batteria non erano così frequenti, quindi il buon Carlo F. andò letteralmente in tilt per registrare il cosiddetto take perfetto (chiaramente ‘perfetto’, considerata la nostra grezzissima tecnica di base). Al cinquantesimo tentativo-maratona, io e Reder lo ‘graziammo’, abortendo il pezzo. Se ben ricordo, il titolo (provvisorio?) era ‘Gheddafi Mosh’, dedicato al leader libico, all’epoca un simpaticone sulla falsariga del più recente Saddam Hussein. Non rammento il riff principale, ma il tutto era qualcosa di veramente assurdo”.

La versione definitiva del brano di chiusura dell’album, “Delayed Death”, fu recuperata in extremis da un vero cestino della spazzatura.

“Il fonico responsabile del mixaggio amava farsi un aperitivo con alcol puro al 100% destinato alla pulizia delle testine del registratore a 24 piste. Al decimo cocktail, le cose iniziarono a sfuggirgli un attimo di mano, per così dire, e si incasinò, confondendo i pezzi definitivi con le riprese di prova. Per fortuna, prima di spedire il master per la produzione del vinile controllammo anche in mezzo agli scarti bobina, e tra la spazzatura varia sotto il mixer recuperammo miracolosamente la versione ‘buona’! Non esattamente come dare un’occhiata nel cestino sul desktop del computer, eh?”.

Costantino Andruzzi

 

TrackList

01. Violence at the Morgue
02. Threshold of Pain
03. Make Her Bleed Slowly
04. Epileptic Void
05. Removal Part 1 & Part 2
06. Psycho Terror
07. Sick of It All
08. Manifold Hallucinations
09. Behind That Curtain
10. Main Frame Collapse
11. Delayed Death

 

  • Anno: 1989
  • Etichetta: Flying/Crime Records
  • Genere: Thrash Death Hardcore

 

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