Voto: 9

A ben 11 anni di distanza dall’esordio sulla lunga distanza “On the Warpath”, torna in scena Bud Tribe, il quartetto capitanato dai fratelloni AncillottiDaniele “Bud” alla voce e Sandro “Bid” al basso.
Fresco di un nuovo contratto con My Graveyard Productions, una delle etichette più attive in ambito nazionale, il quartetto toscano sfodera una prestazione meno hard rock e più heavy metal rispetto al remoto debutto, come si evince dalle note dell’introduttiva title track, spettacolare esempio di combat metal degno della Strana Officina e dei Sabotage.

Maiuscola e coesa la prestazione dei nostri, con menzione speciale per il massiccio batterista Dario Caroli (Sabotage, guarda caso). La velocità lascia il posto ad un bel bridge rallentato e melodico, con un Bud quanto mai eclettico. Alla chitarra troviamo un altro membro dei SabotageLeo “Bomber” Milani, tanto essenziale quanto efficace nelle sue partiture sia soliste che ritmiche.

Holy War” continua più o meno sulla stessa falsariga, trainata da una pulsante linea di basso e da ritmi galoppanti. Un’accoppiata di brani esplosivi che dal vivo mieterà molte vittime, garantito! Si arriva così al primo highlight dell’album: “Mother’s Cry”, lunga composizione in cui arie folk celtiche si sposano al metal. La paragonerei a certe cose degli ultimi Iron Maiden (v. “Dance of Death”): delicati arpeggi si alternano a riff monolitici in un crescendo di sensazioni e suggestioni, interpretate benissimo dall’ugola poliedrica di Bud; un assolo passionale da parte di Milani completa la bellezza di questo brano.

Ancora grande energia in “Face the Devil” (ottimo il ritornello), mentre “Breaking the Spell” rallenta l’atmosfera in qualità di ballata malinconica e viscerale, con un bel supporto tastieristico e un rutilante assolo firmato Leo Milani.

L’altra perla del disco è “Ghost Dance”, 7 minuti di classe cristallina che pare uscita da “Rock ‘n’ Roll Prisoners” della Strana Officina. Una composizione in cui la melodia viene abbinata a classiche partiture hard rock, destinata a divenire un nuovo classico del repertorio dei nostri come pure dell’intero panorama HM italiano.

Le ultime tre canzoni sono cantate in italiano: la dirompente “Starrider” (già uscita l’anno scorso come singolo in condivisione con L’Impero delle Ombre), la mitica “Non sei Normale”, cavallo di battaglia della Strana Officina, e “Non Finirà Mai”, eccellente e direi sorprendente scheggia groove metal.
Aspettando il nuovo capitolo di Bud con la Strana, l’ascolto ripetuto di questo grande ritorno della sua “Tribù” renderà meno spasmodica l’attesa. Tribe and Roll!

Costantino Andruzzi

 

Tracklist:

01. Forsaken World
02. Roll the Bone
03. Holy War
04. Mother’s Cry
05. Gates of Hades
06. Face the Devil
07. Ghost Dance
08. Breaking the Spell
09. Starrider
10. Non sei Normale
11. Non Finirà Mai

 

  • Anno: 2009
  • Genere: Hard Rock Heavy Metal
  • Etichetta: My Graveyard Productions

Links:

Facebook

Sito Ufficiale

Autore