Voto: 7
Bruciano le tappe i veneziani BaDreamS: al contrario di molti gruppi che non registrano materiale se non anni e anni dopo essersi formati, questo quartetto crea una demo di cinque tracce nemmeno due anni dopo la decisione di suonare assieme. I BaDreamS suonano un metal un po’ thrashoso, influenzato in primis dai Metallica ma anche dai Pantera; nonostante ciò, tra le influenze sono citati gruppi ben diversi da questa linea, per esempio i Dream Theater.
Apre le danze “City is on Fire”: un riff che suona molto americano, poi un breve intermezzo di batteria e si entra nel vivo della canzone, con una linea vocale che ricorda in quanto a ritmo i Megadeth. Il pezzo nel complesso convince: i riff sono lisci e potenti, e le vocals sono abbastanza memorizzabili. Un giro di basso un pelo anonimo spiana la strada ad un buon assolo, che accompagna la canzone alla conclusione.
Si procede con “My Words”, e qua si sentono i Pantera fin dalle primissime note (anche se i nostri rimangono su tonalità ben meno ribassate). Molto bello a mio avviso il riff che fa da sfondo al corpo del brano, mentre questa volta il cantato si rivela, almeno inizialmente, poco incisivo, per poi migliorare discretamente prima del passaggio centrale. Il cuore del brano risulta dominato dagli strumenti, ed è interessante il modo in cui il basso si amalgama piacevolmente con gli assoli di chitarra. Song nel complesso piacevole, anche se poteva essere leggermente migliorata.
Un breve arpeggio ed una voce molto melodiosa ci conducono per mano nei meandri di “Leather Jacket”, abbandonandoci nelle mani di un potente riff assassino. Il cantato è vagamente riconducibile a quanto il “buon” Phil Anselmo sbraitava nel disco “cowboys from hell”, anche se è perfettamente riconoscibile una matrice megadeth-iana dall’inizio alla fine del brano. Brano che nel complesso è molto peso e tirato (lascia un po’ di respiro unicamente durante l’assolo), a dispetto dell’incipit molto pacato, ma che al di là del primo riff non resta impresso più di tanto.
Anche “The Strange Agony” ha un inizio tranquillo, quasi psichedelico, con una chitarra che snocciola note lontane ed una voce piuttosto sofferta. La gran parte del brano si mantiene su ritmi abbastanza lenti, e dimostra che è possibile creare un buon pezzo senza dover a tutti i costi premere sull’acceleratore. L’alternanza con alcuni momenti più pesanti giova alla grande al risultato finale, dando più rilievo sia alle parti melodiche che a quelle furiose. Probabilmente si tratta del brano migliore del disco, nonché del più lungo (oltre otto minuti).
La chiusura è affidata a “Make me feel Innocent”, metal di stampo abbastanza classico sebbene venato da qualche cavalcata più thrashosa. La linea portante pecca in originalità ma convince, grazie anche ai momenti strumentali in cui il gruppo esplora al meglio le proprie capacità di arrangiamento, e questo brano trascina piacevolmente alla fine del lavoro, lasciando un’impressione di fondo complessivamente positiva.
Francesco Salvatori
TrackList
01. City is on Fire
02. My Words
03. Leather Jacket
04. The Strange Agony
05. Make me feel Innocent
- Anno: 2009
- Etichetta: Autoprodotto
- Genere: Heavy Metal Thrash