Voto: 7.5

Seconda prova in studio per gli Stargazer di Arthur Falcone, uno dei più floridi progetti del virtuoso chitarrista triestino, che dopo l’omonimo full length del 1998 torna alla ribalta con questo nuovo e ambizioso lavoro.
Lo stile dell’album è chiaro fin dalle prime note del lugubre intro ”The Elf’s Castle”: riffage e atmosfere di un Yngwie Malmsteen prima maniera impreziosite da un sound decisamente più fresco, che ricorda quello degli americani Symphony X.

Una graffiante ritmica alla Micheal Romeo ci introduce alla seguente “Free Souls”, pezzo molto tirato e coinvolgente che fa da ottimo apripista per la più complessa “The Great Prophecy”, dove riff martellanti inseguono a meraviglia la suadente voce del primo ospite dell’album, Titta Tani (DGM, Daemonia).

Da pelle d’oca il botta e risposta tra l’infuocata 6 corde di Mr.Falcone e le tastiere di Mystheria. “Nothing More For Me” si avvale della prestigiosa partecipazione di Goran Edman (vocalist di Yngwie Malmsteen, Madison, John Norum, Brazen Abbot, Glory). Il brano,molto catchy e piacevole, è presentato da una chitarra acustica dalle venature blues. Goran Edman si riconferma un grandissimo performer da studio come già aveva dato prova nei due riusciti album del signor Malmsteen: “Eclipse” e “Fire and Ice”.

Dopo tanta beltà il livello qualitativo del disco si abbassa con “The Hidden Self”, neanche l’abile uso di un clavicembalo alla Stratovarius riesce a salvare un pezzo che non morde come dovrebbe.
Come il cacio sui maccheroni invece è la seguente “A Stranger In My Dream” con il nostrano Piero Pattay alla voce. Questo è un brano che rimane un po’ sulle sue fino a quando non decide di salire d’intensità in un climax crescente che ha come suo acme un gustoso intemezzo funky del bassista Denis Baselli. Le chitarre smettono di ruggire e il flauto di Manuel Staropoli (Rhapsody of Fire) crea la giusta atmosfera per aprire “Sunset”, una suggestiva ballad che non perde mai di tono, grazie anche al cesellato solo finale di chitarra acustica.

Le luci sul palco si spengono,il silenzio cade in sala,e all’improvviso un sinuoso suono d’organo sfocia in un rovente riff …“Mr Crowley” di Ozzy Osbourne starete urlando a gran voce. Ebbene no, questo piccolo gioiellino si chiama “Don’t Fade Away” ed è uno dei momenti più felici del disco, tanto da non sfigurare di fronte al classico del Madman.
Ma è nelle strumentali che Arthur Falcone sprigiona al meglio la sua creatività: la velocissima “Thunderbolt” è un turbinio di scale al limite dell’umano e di potenza sonora,da contro altare la più pacata “The Second Eclipse” che perde in velocità ma non certo in espressività e colore. La lunga e conclusiva “Rise Beyond Pain” ha l’aria di un epilogo in grande stile,ma in molti punti è colpevole di peccare di manierismo nei confronti delle famose prog suites di stampo Dream Theater.

In conclusione “The Genesis of the Prophecy” è un album dai toni elevati e supportato da una produzione eccellente,ma in molti punti gli Stargazer di Falcone sembrano percorrere binari molto usurati,a causa forse di un genere che probabilmente ha già esaurito le sue risorse da tempo.

Dario Iocca

TrackList

01. The Elf’s castle – Intro (instrumental)
02. Free Souls (Titta Tani vocals)
03. The Great Prophecy (Titta Tani vocals)
04. Nothing More for Me (Goran Edman vocals)
05. The Hidden Self (Piero Pattay vocals)
06. A Stranger in my Dreams (Piero Pattay vocals)
07. Sunset (Titta Tani vocals)
08. Don’t Fade Away (Piero Pattay vocals)
09. Thunderbolt (instrumental)
10. Rise Beyond Pain (Titta Tani vocals)
11. The Second Eclipse (instrumental)

 

  • Anno: 2009
  • Etichetta: Heart of Steel Records
  • Genere: Melodic Hard Rock Metal

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