Voto: 9
Debutto ufficiale per To a Skylark, quintetto vicentino che si muove nei territori del metal sperimentale e non convenzionale. Mutuando il proprio moniker da una bella poesia (tradotta in italiano come “Ad un’allodola”) che Percy Bysshe Shelley, uno dei massimi esponenti del Romanticismo, scrisse nei pressi di Livorno nel giugno del 1820, i nostri ci guidano in un’esperienza musicale a tutto tondo, un post-metal in cui confluiscono anche venature progressive e psichedeliche.
Suoni che sanno essere delicati e lirici ma anche estremamente spigolosi e cupi, in un gioco di luci e ombre che richiama in parte le caratteristiche della letteratura romantica.
Un pezzo quale “Icarus’ Redemption” funziona perfettamente come manifesto della cifra stilistica di TAS: ritmiche nervose e in costante mutazione, stop and go brucianti, riff ora chirurgicamente devastanti ora placidamente acustici, una voce che alterna growling e timbro pulito, il tutto amalgamato benissimo ed esaltato dalla produzione sapiente (realizzata nel noto studio di registrazione pisano WestLink) a cura del collaudato duo Ale Paolucci-Alessandro Sportelli.
Se volete delle coordinate a livello di ispirazione, i primi nomi che vengono in mente sono Isis e Tool. Emergono in particolare il talento del batterista Stefano Santagiuliana e la versatilità del cantante Alessandro Tosatto, che anche in “Hic et Nunc” e nella collegata senza soluzione di continuità “At Dusk, by Lake Walden” sa regalare emozioni cangianti con la sua timbrica, che da sussurro magnetico si trasforma in urlo lacerato e lacerante e viceversa.
Questa coppia di brani è progressiva nel vero senso del termine: i nostri si spingono sempre in avanti alla ricerca di suoni atipici che sappiano coinvolgere e avvolgere ma anche spiazzare l’ascoltatore, plasmando ed elaborando la materia metallica e facendole assumere quelle sfaccettature “post” che la rendono particolarmente brillante e originale.
“The Aftermath” si cimenta nel progressive death di cui gli Opeth sono tra i migliori portabandiera, poi il CD vira verso la conclusione con “The Fading Process”, estesa suite divisa in tre movimenti: “Charmed by Mermaids” è un interludio onirico sussurrato da vocals femminili che sembrano riprodurre il richiamo ammaliatore delle sirene di omerica memoria; “The Lotus Eater” regala 12 minuti di progressive post-metal, in cui si alternano suggestioni care ai Porcupine Tree ed una carica geometricamente feroce di matrice isisiana, con una prestazione dei chitarristi Marco Ziggiotti e Riccardo Morgante davvero sopra le righe in termini di ricerca sperimentale nell’ampio spettro del riffing; “Abandon” è il sigillo finale, un melanconico affresco semiacustico nel quale un canto sussurrato ci prende per mano e ci congeda da un lavoro che conferma come in Veneto il post-metal italiano goda di ottima salute (non dimentichiamoci i padovani Ephel Duath!) e sia in grado di proporsi senza soverchi timori ad una platea internazionale.
Per citare un verso del componimento di Shelley (nella traduzione di Giacomo Zanella, 1868), “Diritta al ciel tu sali”, dice il poeta alla leggiadra allodola. Ecco, auguro a To a Skylark di librarsi verso le medesime vette celesti: alla luce di questo splendido esordio non solo se lo meritano, ma ne hanno anche tutte le possibilità.
Costantino Andruzzi
TrackList
01. Seraphic Feathers
02. Icarus’ Redemption
03. Hic et Nunc
04. At Dusk, by Lake Walden
05. The Aftermath
06. The Fading Process: Charmed by Mermaids
07. The Fading Process: The Lotus Eater
08. The Fading Process: Abandon
- Anno: 2009
- Etichetta: WormHoleDeath/Aural
- Genere: Progressive Metal
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