Voto: 9
Il super gruppo bolognese (nato riunendo alcuni tra i migliori musicisti rock della scena bolognese, tra cui Luciano Tattini dei mitici Rain) formato nel 2006 debutta – per la casa discografica “My Graveyard Production”, che ha sotto di sé anche “Frozen Tears”, “Crying Steel” ecc… – con questo album omonimo di tutto rispetto: “Tarchon Fist” è un insieme di buon power metal e heavy metal classico.
La prima traccia si intitola “Metal Detector”, e come canzone di apertura che si rispetti, inizia lasciandoci la chiara e bastardissima impronta heavy metal; l’aggressività viene poi troncata da un ritornello molto melodico, orecchiabile e facile da ricordare. Ottime le qualità vocali del cantante, una voce pulita e potente.
“It’s my World” sfodera quello stile power metal tipico alla Helloween, riff ben cadenzati (per intenderci), passaggi studiati bene (sfruttando anche le possibilità vocali del cantante).
La terza, “Football Aces”, segue le orme della precedente, evidenziando uno spunto chiaramente hard rock.
Arriviamo alla quarta traccia, “Bad Man Mania”: qui la band si diverte deliziandoci con un coretto di voci infantili tratto dalla canzoncina “giro giro tondo casca il mondo”, piazzato ad inizio traccia per poi partire a botta. Una “gag” simpatica. (Direi una chiara e giusta denuncia contro la pedofilia! n.d. Klaus)
La quinta è “Ancient Sign of Pirates” e subito dopo, la bellissima “Black Gold Fever”: chitarra grintosissima e una parte cantata invidiabile per una canzone con un groove alla Saxon di “Dogs of War” (gruppo-fonte di ispirazione dei Tarchon, che ne esegue anche qualche pezzo durante i concerti). Da evidenziare che anche basso e batteria contribuiscono a creare l’armonia giusta.
La seguente, “No More Walls”, ci riporta al miglior heavy metal anni ’80, e considero questo il brano migliore insieme a “Black Gold Fever”.
“Blessing Rain”, la traccia 8, è una ballad lenta e dolce; il cantante è molto capace anche con le note basse, sfoderando una voce sia dolce sia (sempre e comunque) di timbro heavy metal. Il finale è di tutto rispetto, come una buona ballad pretende.
In “The Eyes of Wolf” si ritorna al power metal delle prime tracce,dalla melodia malinconica e melodica, tempi veloci, tutto unito per una buona esecuzione… i Tarchon sono dei professionisti e su questo non ci sono dubbi.
“Doc Hammer”, penultima traccia, è interamente strumentale: ascoltando questo brano notiamo l’influenza blues, sia nella chitarra che nel basso, e il chitarrista ci delizia sfruttando ogni possibilità tecnica a sua disposizione, tra cui velocissimi swip-picking e scale suonate a tutte le velocità. Da paura! Grande prova!
Eccoci alla fine con “Carved with Fire”. Il cd si chiude con quest’ultimo brano, esso interpreta l’idea generale proposta dalla band, ma intorno ai 5 minuti accade qualcosa di strano: il suono cambia, l’atmosfera si fa decisamente “strana”, regalandoci circa 4-5 minuti di musica quasi psichedelica, con uso di pad sintetizzati di tastiera, batteria e chitarra dal suono elettronico, una frase cantata “distante” e ripetuta durante tutto l’intervallo… Una “mezza traccia” completamente al di fuori del resto del cd, ma va bene, è un’idea originale e sopratutto a sorpresa. (Segnalo anche gli extra con video e foto. n.d. Klaus)
I Tarchon sono l’ennesima conferma che i gruppi metal italiani sono tra i migliori al momento, e non ci sono cazzi. Bella anche la copertina. Consiglio questo cd a tutti e sopratutto agli amanti del power metal e a quelli del metal classico… non vi deluderà affatto.
Daniele Vento
TrackList
01. Metal Detector
02. It’s my World
03. Football Aces
04. Bad Man Mania
05. Ancient Sign of Pirates
06. Black Gold Fever
07. No More Walls
08. Blessing Rain
09. The Eyes of Wolf
10. Doc Hammer
11. Carved with Fire
- Anno: 2008
- Etichetta: My Graveyard Production
- Genere: Heavy Metal
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