Voto: 8.5

A circa un anno dal precedente demo gli Smugglerz tornano a far sentire la propria voce con un ep di tre pezzi, questa volta non autoprodotto bensì registrato professionalmente agli studi della Phonarchia Produzioni.
Un anno non è molto tempo in fin dei conti, ma può essere un’eternità per quanto riguarda l’evoluzione musicale. L’inserimento nel gruppo del cantante Orso Maria Arrighi ha segnato difatti una svolta stilistica enorme, portando a collocare in posizione dominante alcuni elementi che un orecchio attento avrebbe già potuto cogliere nel precedente lavoro.

Scordatevi le cavalcate in doppia cassa, scordatevi tutte le influenze derivanti dal thrash metal, e scordatevi anche i lunghi assoli taglienti e il cantato in inglese: tutte queste cose sono state sostituite da un crossover piuttosto personale e diretto, pieno zeppo di suoni di derivazione moderna. Se la demo precedente si rivelava a tratti un po’ disomogenea, seguendo diverse direzioni non troppo compatibili tra loro e dando di conseguenza l’impressione di trovarsi davanti ad una band ancora un po’ alla ricerca di se stessa, adesso gli Smugglerz sono un gruppo pienamente maturo, e sanno quel che fanno. Per prima cosa voglio specificare che la musica contenuta in questa demo si rivolge principalmente a menti aperte, in grado di accettare ed apprezzare contaminazioni dei tipi più disparati.

Ma veniamo alle novità: tanto per cominciare, l’influenza dei Rage Against The Machine non è più nascosta tra  le righe, bensì ha conquistato un ruolo primario; questo grazie anche all’ascolto degli Urban Dance Squad, la cui lezione- ampiamente assimilata e opportunamente rielaborata- ha contribuito a impreziosire il sound. Il basso, inoltre, è uscito dal proprio ruolo di gregario, e con i suoi giochi continui di slap e suoni distorti è ora tanto fondamentale quanto la chitarra; i continui intrecci tra i due strumenti, quasi in segno di sfida, riempiono ogni singolo istante e creano ritmi incalzanti. Il cantato, come già accennato, ha rinnegato la “schiavitù” dagli anglosassoni in favore della nostra lingua madre, forse un po’ meno musicale e ben più difficile da plasmare, ma sicuramente più efficace per quanto riguarda l’espressività dei testi.

Ah già, i testi: tutti i brani qui presenti contengono feroci accuse al modo in cui le cose vanno oggigiorno.
Premendo il tasto play, si viene trasportati in un radiogiornale che sborbotta qualcosa di strano (non c’entra nulla col genere eh, ma anche un certo ‘Panzer Division Marduk’ inizia- e finisce- così…) e subito dopo si parte con il giro di basso molto accattivante di ‘Sibilo’, spietata denuncia dei pericoli del ritorno al nucleare. Il chorus, ben più veloce rispetto al resto del brano, è molto minimale, e di conseguenza facilmente memorizzabile, il che è l’ideale nell’ottica di esibizioni live.
‘Bimbo Emarginato’ prosegue le danze con un ritmo molto incalzante e concitato (di palese derivazione Cypress Hill-iana), preludio di un riff stoppato che dà vita dapprima al chorus (anche in questo caso ridotto all’osso, ed accompagnato da una linea di chitarra sempre trascinante). I suoni di derivazione più o meno moderna che fanno capolino qua e là, amalgamandosi con il resto della strumentazione, denotano l’ottima capacità di arrangiamento sviluppata dalla band.

Per chiudere nel migliore dei modi, è doveroso riepilogare all’ascoltatore tutte le cose che in Italia non vanno come dovrebbero: questo gravoso compito è affidato a ‘Disordine Mentale’, brano che personalmente reputo il migliore del lotto. Dall’inizio alla fine è un’alternanza di suoni distorti o filtrati, sovrastati da una voce rappata mai banale né nelle rime né nel ritmo; e verso il centro un breve assolo, che paga il dovuto tributo a Tom Morello, spezza momentaneamente il ritmo, facendo riprendere fiato prima dell’esplosione finale, che chiude definitivamente questa demo.

Una decina di minuti non è molta per giudicare completamente un gruppo, ma nell’attesa di un full-lengh è sufficiente (specie se comparata alla demo precedente) per rendersi conto delle potenzialità di questi ragazzi. Come già detto, se siete di mentalità abbastanza aperta, e/o amate il genere in questione, fate almeno un passo sullo space degli Smugglerz!

 

Francesco S.

 

TrackList

01. Sibilo
02. Bimbo Emarginato
03. Disordine Mentale

  • Anno: 2009
  • Etichetta: Autoprodotto
  • Genere: Crossover

 

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