Dite la verità. Quante volte vi è capitato, in una di quelle sere perfettamente stonati, di imbattervi in quelle tipe belle, belle forti, che magari non avevate mai visto prima… chissà perché… magari pensare: “questa volta faccio il colpo gobbo!” e passarci la serata pensando che occasioni come questa capitano una volta sola… e bla bla bla… Ci fissi per la volta dopo, ci smessaggi via sms perché magari uno se la mena a chiamare subito… la ritrovi, un po’ meno bella perché vabbè, eri ubriaco e… SBAM! Sangue ghiacciato, sudore a duemila e il tremendo dubbio di aver imbroccato un travello brasileiro… “E che cazzo c’entra questo con Italia di Metallo e i Mexican Whi-Sky??” diranno i miei piccoli lettori…

Cari signori, questo combo veneziano, da tempo in giro, ha all’attivo un promo nel 2008 le cui 4 song vengono riproposte in questo “Into the Sun”, album composto da 9 brani che nulla di nuovo portano ad un genere, lo stoner, derivativo di per sé. I Kyuss, i Fu Manchu, li trovo anche nel loro myspace, non avrei avuto dubbi. Solo che non si trovano nuove idee e si va avanti con la consapevolezza che ci troveremo davanti band magari di buona fattura ma che si muovono su schemi ben definiti. Pazienza, non si può avere tutto. I nostri cari Mexican veneziani presentano song potenti, ben suonate, si affoga in un mix di allucinazioni ossessive e ripetitive, con una sezione ritmica che detta legge. La produzione mette in risalto bassi profondi che rendono il sound compatto e grintoso. I ragazzi ci sanno fare e si vede che la band viaggia da tempo. Le liriche minimali e ripetute all’infinito si adagiano perfettamente su brani così strutturati… peccato che siano cantate male. Eh sì, perché se il frontman dimostra di essere un chitarrista di gusto nel sound e nella struttura, semplice e diretta con riff chitarristici azzeccati mai di troppo, mostra al tempo stesso di avere dei limiti sul lato vocale e mi riporta alla mente la gentile signorina di cui sparlavo all’inizio.

Ci sono delle buone idee, ci sono alcune trovate interessanti. Ma poi quando le si vogliono tirare fuori sono cazzi, spesso escono male, e ci si annoia. Anche perché di tiro e carattere ce n’è. “Drinking all Along” (era da sfruttare come opening song, con “Mr T.Bomb” si parte ancor di più col freno a mano tirato) è un treno in corsa, con “Queen of the Beach” si fa casino e ci si sballa, ottime anche “Into the Sun” ed “Electric City”. Sarei curioso di ascoltarli dal vivo, perché sono convinto che l’impatto sonoro sia devastante e le magagne vocali diventano peccati venali, concepibili in un live set. Ma vi consiglio di aver più cura nelle incisioni vocali per un disco. Si può fare meglio, ed è un peccato perdersi su questi aspetti. Provate a riaprire un paio di progetti e a ri-registrare le voci, attente e convinte. Una voce sporca non significa stonata o sprecisa. Il risultato sarebbe ancora più convincente… Dite la verità, poi con la signorina di prima cosa ci avete fatto, eh? Maiali!

 

Eric San Diego

 

TrackList

01. Mr T.Bomb

02. Drinking all Along

03. Muse of my Music

04. Leaving the Bedroom

05. The Queen of the Beach

06. Electric City

07. Into the Sun

08. Mammoth

09. Down Again

 

  • Anno: 2009
  • Etichetta: Mexo Records
  • Genere: Stoner

 

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