Voto: 6.5

Gli Underground Disorder provengono da quel di Belluno e, dopo poco meno di due anni di rodaggio, si lanciano sul mercato con un ep autointitolato costituito da cinque brani- più un breve intro strumentale.

Dopo un rapido ascolto la prima cosa che salta all’occhio – o, per meglio dire, all’orecchio – è che “This is not what we Want” rappresenta un episodio decisamente isolato rispetto agli altri brani presenti, andando a costituire una sorta di tributo agli armeni System Of A Down (non a caso citati tra le principali influenze). Sulla base di una melodia molto rilassante si staglia una voce calda e pulita, che va a tessere un andamento quasi ipnotico. Si inquadra molto bene nel tutto anche l’assolo centrale, che con una linea concisa e raffinata conduce direttamente all’ultima ripresa del potente chorus.

Questo brano – come potete vedere dalla tracklist – non è posto in apertura, ma ho voluto parlarne subito perché il resto dell’ep è completamente differente, tanto che si ha quasi l’impressione di non aver a che fare con la stessa band. Negli altri pezzi la melodia lascia il posto a riff grezzi e distorti, e la voce abbandona il pulito (ripreso solo in alcune parti, ed anche in maniera non pienamente riuscita) in favore di un tono incazzoso e cavernicolo.

A grandi linee, la direzione intrapresa riprende un po’ le sonorità death e thrash più recenti (avete presente “The Gathering” dei Testament? Bene, “No Excuses” parrebbe uscire da lì), mischiandole con elementi più alternative (ad esempio il basso in slap che fa di tanto in tanto capolino in “Let’s Talk About Mafia”, oppure le note acute di chitarra che interrompono bruscamente il riffone panteriano di “Pennywise”), sicuramente ereditati da bands del nuovo millenio.

Il risultato complessivo non sarebbe male, se non fosse che in alcuni momenti “Underground Disorder” risulta – al di là del già citato brano “estraneo” – un prodotto discontinuo (alcuni stacchi, come ad esempio quello di “That’s Enough”, appaiono forzati).
Insomma, qualcosa c’è, ma c’è ancora molto da lavorare.

 

Francesco Salvatori

 

TrackList

01. Intro
02. Let’s Talk about Mafia
03. No Excuses
04. Pennywise
05. This is not what we Want
06. That’s Enough

 

  • Anno: 2009
  • Etichetta: Rizoma Produzioni
  • Genere: Alternative Metal

 

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